Se non l'aspiro non mi fa male: fra tutte le credenze sul fumo è una delle più resistenti. Ma non certo l'unica
Buongiorno. C’è gente, tipo mia suocera che ha 80 anni, che dice che la sigaretta se non l’aspiri non fa male. Mi potete dare un parere su questo? Grazie mille
Gianna
Risponde Roberto Boffi responsabile della Pneumologia e del Centro Antifumo dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, membro del Comitato scientifico per la lotta al fumo di Fondazione Veronesi.
Cara signora,
Fumare senza aspirare il fumo della sigaretta, emettendolo subito nell’aria nella speranza che il mancato raggiungimento dei polmoni delle sostanze cancerogene frutto della combustione metta al riparo dai danni, è solo un falso mito.
Quando si accende una sigaretta, il fumo viene inspirato comunque e lo stress ossidativo colpisce naso, bocca, gola, trachea e polmoni. Il fumo, inoltre, viene anche inghiottito e viene assorbito da esofago e stomaco. Le particelle frutto della combustione penetrano tanto più in profondità nelle vie respiratorie quanto più sono sottili, si depositano nei polmoni, vengono assorbite dagli alveoli, passano rapidamente nel sangue e raggiungono i vari distretti, facendo danni in tutto il corpo, incluso il cervello – tanto che recenti studi confermano il legame tra inquinamento dell’aria e disturbi cognitivi, neurodegenerazione e demenza.
Anche le sigarette che venivano chiamate “light”, con i loro piccoli fori sul filtro, inducono a pensare erroneamente che il fumo inalato sia meno dannoso. Al contrario, il fumatore inspira più intensamente e i prodotti chimici tossici scendono in profondità nei polmoni e, infatti, il rischio oncologico non si riduce fumando tali sigarette.
Chi fuma la pipa o il sigaro, e trattiene quindi il fumo in bocca senza respirarlo, sviluppa infiammazione alla bocca, alla gola e alla trachea e ha un maggior rischio oncologico a livello otorinolaringoiatrico.
Inoltre, non andrebbero dimenticati i danni da fumo passivo, che si trova nell’aria e tra l’altro colpisce anche i non fumatori, e il fumo cosiddetto di terza mano, che si deposita su tessuti, abiti, arredi e superfici interne esposte al fumo.
La nicotina è una sostanza che provoca dipendenza. Chi fuma meno può avere una diversa dipendenza. Al Centro Antifumo teniamo conto di due dati: il valore del monossido di carbonio espirato e la dipendenza da nicotina misurata tramite la somministrazione del test di Fagerström.
Un altro falso mito è quello di chi “fuma poco”: limitarsi a fumare una sigaretta al giorno invece di un intero pacchetto non riduce il rischio di un ventesimo ma solo della metà perché le prime sigarette del mattino fanno più danno, il fumo transitando lungo vie aeree pulite e venendo filtrato dai nostri potentissimi polmoni. Insomma, fumare fa sempre male e non esiste affatto una dose sicura.
Non da ultimo, oltre al rischio oncologico, cardio-cerebrovascolare e per malattie croniche broncopolmonari, numerosi studi confermano un ruolo del fumo attivo e del fumo passivo nell’aumentare il rischio di osteoporosi. Secondo l’Oms, il fumo è la prima causa evitabile di malattia e di morte. Nessun fumatore si senta giudicato per le proprie false credenze sul fumo: è importante conoscere per decidere.
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