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Fumo
Daniele Banfi
pubblicato il 21-12-2012

Donne e fumo: quando smettere fa bene anche alle ossa



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Chi fuma è più esposto al rischio fratture. E' la sentenza di uno studio statunitense che ha monitorato la densità ossea di giovani fumatrici, che rischiano un'anticipazione dell'osteoporosi

Donne e fumo: quando smettere fa bene anche alle ossa

Le campagne anti-fumo, spesso basate su messaggi dal forte impatto emotivo, non sembrano aver minimamente intaccato la voglia di fumare dei giovani. La situazione nel nostro paese non è per nulla confortante: il popolo dei giovani fumatori è in costante aumento e gli effetti dannosi del fumo di sigaretta si registrano già in età adolescenziale. Secondo uno studio statunitense il fumo, oltre ad essere pericoloso per tante ragioni che ben conosciamo, minerebbe la salute delle ossa e nel corso degli anni renderebbe più suscettibili alle fratture.

MENO DENSITA’

La ricerca, opera degli studiosi del Cincinnati Childrens Hospital Medical Center, ha indagato un parametro molto importante per stabilire la salute dello scheletro: la densità minerale ossea (la nota MOC). Più il valore è basso e più l’osso è fragile. Dai dati, ottenuti analizzando oltre 250 giovani, è emerso che le ragazze che fumano mostrano importanti alterazioni di questo valore rispetto a chi non fuma. In particolare la ricerca ha evidenziato una minore densità ossea delle anche e della spina dorsale lombare, zone del corpo spesso soggette a fratture soprattutto quando si è più in là con l’età. Tradotto: le adolescenti che fumano hanno un maggiore rischio di incorrere nell'osteoporosi rispetto alle coetanee che non lo fanno. Ecco dunque un motivo in più per smettere.

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Eppure, nonostante i ripetuti allarmi, il fumo rappresenta ancora un’attrattiva per i giovani. Nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni fuma il 21% dei ragazzi (oltre 620mila persone) e il 16% delle femmine (oltre 470mila), per un totale di quasi 1 milione e 100mila giovani. Ma è proprio l’universo femminile a preoccupare maggiormente: il numero di fumatrici è in costante aumento. È facile capire quindi perché si stia registrando un aumento di tumori in alcune categorie che prima sembravano “protette”. Le donne sono colpite come mai prima d’ora da neoplasie dovute al fumo. Questa è la prova più evidente di come stili di vita errati, in giovane età, si ripercuotano poi sull’organismo anche dopo venti o trent’anni.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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