Chiudi
Cardiologia
Francesca Morelli
pubblicato il 15-04-2015

Noci e arachidi proteggono il cuore



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Un ampio studio su duecentomila persone di diverse etnie dimostrerebbe l’efficacia della frutta secca nel ridurre i rischi cardiovascolari. Ma per una conferma serve un ampio trial clinico

Noci e arachidi proteggono il cuore

Noci e arachidi, consumate al naturale, regolarmente e nelle giuste proporzioni, contribuirebbero a ridurre il rischio di mortalità, anche per cause cardiache.

Ad attestarlo è un studio osservazionale su un’ampia popolazione di diversa provenienza etnica, condotto dallaVanderbilt University Medical Center (VICC), Università statunitense nel Tennessee, pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine.

 

 

NOCI E LONGEVITA’

Mangiare noci, noccioline o arachidi che dir si voglia fa bene; aiuterebbe infatti a vivere più a lungo.

Allontanando il rischio di moralità per qualsiasi causa in una percentuale variabile tra 17 e 21%, e soprattutto per un evento cardiovascolare, come ictus e infarto, con una probabilità in questo caso diminuita addirittura del 23-38%.

Benefici riscontrabili indipendentemente dall’etnia e dalla condizione socio economica del mangiatore di frutta secca.

Sono i risultati emersi da un ampio studio statunitense che ha valutato la relazione tra consumo di questi alimenti e sopravvivenza in un gruppo di oltre 200 mila persone provenienti da vari continenti; in particolare di 70mila Americani, a basso reddito economico, discendenti da Africani ed Europei, inclusi nello studio Southern Community Cohort Study (SCCS) e di più di 130mila Cinesi facenti parte invece di due studi, il Shanghai Women's Health Study (SWHS) e il Shanghai Men's Health Study (SMHS).

In tutti e tre i gruppi è risultata evidente la riduzione di mortalità in persone più abituate a consumo noci e arachidi rispetto a quelle più parsimoniosi nell’includere questi alimenti nella propria dieta. «Un trend - spiega Hung Luu, primo autore dello studio - osservabile nelle diverse etnie e non relazionato allo stato metabolico, al fumo, al consumo di alcool e all’indice di massa corporea».

Ancora lo studio avrebbe identificato anche un rapporto positivo anche tra consumo di arachidi e minor rischio di diabete mellito o di morte per tumore.

 

QUANTE NOCI CONSUMARE?

I benefici sulla longevità e sul cuore, spiega ancora la ricercatrice, sarebbero da attribuirsi sia alle proprietà di noci e nocciolinericche di nutrienti, quali grassi acidi insaturi, fibre, vitamine, antiossidanti fenolici, arginina e fitochimici, sia delle proprietà antiossidative ed antiinfiammatorie che aiuterebbero a preservare anche il muscolo cardiaco in un migliore stato di benessere, e a conservare più a lungo la funzione endoteliale.

Come in ogni cosa c’è però il giusto mezzo: perché noci e arachidi non devo essere consumate né in eccesso né in difetto. L’American Heart Association raccomanda quattro porzioni di noci a settimana, senza sale e senza olio, considerando che una porzione è pari a circa 42,5 grammi di noci intere.

Bisogna però tenere conto che la frutta secca ha un elevato contenuto calorico e non sempre si addice a una dieta ipocalorica e se si è in sovrappeso, e va evitata se si ha una predisposizione a reazioni allergiche.

SERVONO NUOVE CONFERME

I risultati preliminari dello studio sono incoraggianti, in quanto sembrerebbero fornire una strategia preventiva a basso costo contro eventi cardiovascolari: richiederebbe l’inclusione nella dieta della frutta secca, quindi una ‘terapia’ accessibile anche per le categorie di pazienti meno abbienti. Tuttavia trattandosi di studi epidemiologici osservazionali e non di trial clinici randomizzati, non si possono trarre ancora conclusioni certe: «Non è possibile affermare con sicurezza - ha concluso William Blot, Direttore Associato della Ricerca della Prevenzione e del Controllo del Cancro basata sulla Popolazione al VICC e co-autore dello studio - se le arachidi da sole siano responsabili della riduzione della mortalità osservata». Occorreranno ulteriori ricerche che ne attestino l’effettiva efficacia, ma le premesse al momento farebbero ben sperare.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina