Lo stress può aumentare i rischi per il cuore in diversi modi. Non subire (troppo) ansie o pressioni riduce il rischio di eventi cardiovascolari
Lo stress emotivo cronico è una condizione che è stata correlata a una maggiore suscettibilità alla mortalità cardiovascolare.
I dati scientifici suggeriscono che vi siano almeno due meccanismi: uno di questi coinvolge il sistema simpatico e si riferisce al controllo della pressione sanguigna e del restringimento dei vasi sanguigni. L'altro, include l'attivazione del midollo osseo e il rilascio di cellule infiammatorie, che a loro volta portano all'infiammazione aterosclerotica e alle sue conseguenze (placche e trombi). Il problema dello stress e del cuore va comunque visto in un contesto più ampio.
Non c’è un unico tipo di stress, ma si può differenziare uno stress positivo (eustress) che è una condizione momentanea che stimola al raggiungimento di un nuovo equilibrio psicofisico o al conseguimento di un obiettivo, e uno stress negativo (distress) che porta invece disagio e squilibrio prolungati nel tempo. A determinare se un tipo di stress è positivo o negativo concorre molto l’atteggiamento personale. Avere un’attitudine positiva e non subire eccessivamente ansie o pressioni, nel tempo riduce il rischio di eventi cardiovascolari.
Ridere, per esempio, fa bene al cuore: il meccanismo di protezione della risata è una maggiore vasodilatazione delle arterie periferiche e quindi anche di quelle del cuore e del cervello. È stato calcolato che 15 minuti di risate al giorno potrebbero dare un beneficio significativo in termini di salute. La risata innesca nel corpo un rilascio di sostanze chimiche - catecolamine, dopamina e, da ultimo, neuro-ormoni (endorfine) - che sollecitano la sensazione di benessere.