Detto anche “fuoco di Sant’Antonio”, l'Herpes Zoster si associa a un rischio cerebrovascolare. I medici di base raccomandano il vaccino ad anziani e immunodepressi
Familiarmente noto come “fuoco di Sant’Antonio”, dell'Herpes Zoster si sa che è più diffuso tra gli anziani e che è molto doloroso, non è notorio invece che può portare a gravi complicanze cerebro e cardiovascolari. In una conferenza a Roma organizzata dall'associazione dei medici di base, ovvero di medicina generale Simg, è stata caldamente raccomandata la vaccinazione preventiva contro il virus a cui si deve l'infezione. «La vaccinazione è disponibile e molto efficace, con una durata nel tempo che va oltre i 10 anni», ha spiegato il dottor Alessandro Rossi, responsabile Patologie acute Simg.
IL VIRUS DELLA VARICELLA
L'Herpes Zoster è una malattia causata da un’infezione virale, provocata dalla riattivazione del virus della varicella (varicella-zoster). Il virus si può riattivare in età adulta con un’incidenza che cresce con il tempo fino ad arrivare al 50 per cento nelle persone con 80 anni. Oltre che agli anziani, il vaccino è raccomandato alle persone immunodepresse che sono più colpite come i pazienti affetti da patologie croniche. Tra questi si segnalano i malati di diabete, che già costituisce un fattore di rischio cardiovascolare. Per loro la possibilità di contrarre l’Herpes Zoster è superiore del 30 per cento.
L'HERPES ZOSTER E LE SUE CONSEGUENZE
Oltre a un dolore spesso acuto nella zona in cui il “fuoco di Sant’Antonio” si manifesta, spiega il dottor Rossi che uno dei lasciti dell'HErpes Zoster è la nevralgia post-erpetica nell’area colpita che persiste anche per mesi. Ma la letteratura scientifica più recente ha evidenziato un rapporto stretto tra questa infezione virale e un meccanismo infiammatorio a livello vascolare arterioso, il che costituisce la più valida raccomandazione per indurre a vaccinarsi. Il rischio infatti porta i nomi di ictus e infarto.
IL RISCHIO DURA FINO A 12 ANNI
La relazione fra Herpes Zoster e salute delle arterie è stata individuata soprattutto dalle due università americane di Harvard e Buffalo le quali hanno mostrato che il rischio aumenta in specifiche “finestre temporali”. I dati sono stati oggetto di attenzione e studio da parte dell’Istituto di ricerca Health Search della Simg e a Roma il direttore del centro, dottor Francesco Lapi, ha spiegato: «La relazione zoster-ictus resta presente per 12 anni. Nei primi 6 anni presenta due picchi del 30 per cento più alto, nel primo mese dopo l’infezione e nel corso del sesto anno. Poi la sua portata va diminuendo fino a non essere più significativa nel dodicesimo anno».
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