Lo smog è una buona ragione per evitare di fare sport in città? No. Il danno non si evita ma si può mitigare. Con quattro strategie utili
Mettersi completamente al riparo dall’inquinamento dell’aria è impossibile. Andrebbero, tuttavia, adottate delle accortezze per limitare il più possibile l’esposizione ai principali inquinanti pericolosi per la salute, come il particolato sottile, biossido di zolfo (SO2), gli ossidi di azoto (NO e NO2), l'ozono (O3) e il monossido di carbonio (CO). L’attività fisica all’aperto è parte di quello stile di vita sano promosso da tutte le agenzie della salute. Per spiegare come ridurre al massimo i rischi derivanti dall’inquinamento, mitigandone gli effetti sull’organismo, le due società scientifiche Canadian Academy of Sport and Exercise Medicine e la Canadian Society for Exercise Physiology hanno da poco pubblicato delle raccomandazioni, strategie individuali per non dover rinunciare al movimento e allo sport. Ne abbiamo parlato con Roberto Lucchini, docente di scienze della salute ambientale alla Florida International University a Miami e all’Università di Brescia, già direttore del «World Trade Center Data Center» dell’Università Mount Sinai di New York dove ha coordinato tutto il lavoro di sorveglianza della salute dei soccorritori e dei lavoratori intervenuti dopo l’attentato dell’11 settembre.
STUDIARE L'EFFETTO DELL'INQUINAMENTO
Con il progredire della tecnologia e l’aumentare dei dati a disposizione, ci spiega, è possibile studiare sempre meglio gli effetti degli inquinanti sull’organismo. «Misurazioni precise delle sostanze in sospensione, di parametri fisiologici e di altri valori registrati dai moderni dispositivi indossabili, dati robusti e studi raffinati sugli effetti delle varie sostanze non solo aumentano la nostra conoscenza ma rendono poi più impellenti certe politiche di intervento» spiega Lucchini che, da revisore dei National Institutes of Health NIH, ha visto il crescente interesse per l’argomento proprio dal tipo e dal numero di progetti di ricerca presentati.
IL PRIMATO ITALIANO DEI DECESSI
Gli sforamenti dei livelli soglia fanno della Pianura Padana una delle aree più inquinate d’Europa, come mostra il monitoraggio ambientale e anche i dati delle morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, che pongono l’Italia al primo posto con 80 mila decessi l’anno. In Europa sono complessivamente 400.000. Tali livelli di inquinanti consentiti non sono comunque sufficienti a garantire la nostra salute, dal momento che con l’aggiornamento delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Oms essi sono stati abbassati.
LO SMOG COLPISCE L'ORGANISMO DEGLI SPORTIVI
L'organismo impegnato nell'attività fisica è più vulnerabile all'inquinamento: aumentando l’intensità dell’esercizio, aumenta la frequenza respiratoria e il particolato inalato scende sempre più in profondità. Come sottolineano gli autori della consensus canadese, tra inalazione, ingestione e assorbimento cutaneo, proprio il primo tipo di esposizione è il più presente e nocivo per chi fa sport outdoor. Gli effetti diretti e indiretti sono molti: asma, BPCO, tumori, infarti e ictus, ma anche un pericoloso stato di infiammazione. I danni non riguardano solo cuore e polmoni, ma l’intero organismo. Più di recente, è stata la minaccia per la salute del cervello ad aver attirato l’attenzione dei neurotossicologi, come l’italiano Lucio Costa dell’Università di Chicago al lavoro sui meccanismi molecolari alla base di alcune preoccupanti associazioni tra malattie neurologiche e inquinanti. Che da tempo sono stati trovati nel cervello, presenza indice della loro capacità di superare la barriera ematoencefalica.
MA RESTARE SUL DIVANO È PEGGIO
Dunque per timore dell'inquinamento meglio evitare la corsa in città o il giro in bicicletta? Niente affatto. C’è chi si è interrogato sulla valutazione del rapporto dei rischi derivanti dall’inquinamento dell’aria e quelli derivanti dalla sedentarietà, concludendo con molteplici appelli alla necessità di raccolta dati ma che comunque è meglio muoversi: «Nel complesso, le evidenze epidemiologiche e dei modelli suggeriscono che i benefici a lungo termine dell'attività fisica nelle aree urbane superano i rischi derivanti dall'esposizione all'inquinamento atmosferico».
1 - CONSIDERARE LA QUALITÀ DELL’ARIA
Il primo suggerimento delle linee guida canadesi è di minimizzare l'esposizione, adeguando tempo e intensità dell'esercizio alla qualità dell'aria: «Ciò è corretto, per quanto non sempre possibile, si pensi a un podista o un ciclista che devono passare molto tempo all’aperto» commenta Lucchini, maratoneta egli stesso. «C’è poi un problema di diseguaglianze sociali, quartieri svantaggiati dove non ci sono parchi e chi vi abita non può percorrere chilometri ogni volta per andare a fare un po’ di sport». Per quanto riguarda il monitoraggio dell’aria, esistono in commercio dispositivi sempre più affidabili, buoni per una «valutazione grossolana indicativa, capaci cioè di rilevare la differenza tra un tragitto e l’altro in termini di salubrità dell’aria».
2 - EVITARE IL TRAFFICO E CERCARE IL VERDE
La seconda raccomandazione è quella di stare lontano da strade e autostrade e preferire l’allenamento al mattino piuttosto che la sera. Lucchini concorda: «Dati preliminari suggeriscono che nelle aree cosiddette green urban, aree urbane verdi, rispetto alle grey urban vi è una minor esposizione agli inquinanti e una minor alterazione dei parametri fisiologici. Si resti comunque ad almeno uno o due chilometri da grandi capannoni o dalle ex aree industriali, dove c’è una maggior concentrazione di particolato al suolo che va in risospensione anche in assenza di emissione attiva». Questo andrebbe considerato anche nella costruzione di edifici residenziali, mentre spesso in passato non c’è stata delimitazione tra le abitazioni e le industrie. Quanto all’orario degli allenamenti, «mattina significa presto, perché vanno evitate le ore di massima emissione».
3 - TALVOLTA PREFERIRE L'INDOOR
Tapis roulant e cyclette sono un’alternativa praticabile, certamente, senza dimenticare di prestare attenzione alla qualità dell’aria della stanza o della palestra, spesso fonte di insidie per la salute.
4 - RICORRERE ALLA MASCHERINA
Tra i consigli, vi è anche l’uso della mascherina durante una passeggiata o da indossare nei tragitti dall’abitazione al campetto, prima e dopo l’attività più intensa. «Infatti, quando la frequenza respiratoria inizia a salire è di ostacolo alla respirazione» commenta Lucchini che ricorda come la condizione necessaria alla sua efficacia sia di farla aderire perfettamente al volto, scegliendo quindi la taglia più opportuna.
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Nicla Panciera
Giornalista professionista e medical writer, si occupa di salute e di scienza per varie testate nazionali (tra cui Repubblica, La Stampa, Le Scienze, Mind Mente e cervello, dove cura una sua rubrica, e Vita), è autrice del libro «In piena libertà e consapevolezza» (con Margherita Hack) per Baldini&Castoldi e di «Cervelli che contano» (con Giorgio Vallortigara) per Adelphi Piccola Biblioteca Scientifica.