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Edoardo Stucchi
pubblicato il 20-10-2015

Sulle strade 1,2 milioni di morti ogni anno



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GUARDA LA FOTOGALLERY - Il 90% dei decessi nei paesi a reddito medio-basso. In Italia dal 2001 sono diminuiti del 50%. Principali cause: distrazioni e non rispetto del codice della strada

Sulle strade 1,2 milioni di morti ogni anno

Sono in diminuzione gli incidenti stradali e di conseguenza anche il numero di morti (3.385 persone nel 2013, la metà rispetto ai settemila del 2001), grazie alle politiche di prevenzione messe in atto dal Governo in concomitanza con interventi di sicurezza e a campagne di sensibilizzazione che hanno avuto il sostegno dell’Automobil club d’Italia. Ma se si muore sempre meno sulle strade italiane, colpisce il fatto che invece la mortalità e l’infortunistica che riguardano i pedoni fanno fatica a mantenere questo trend positivo. I decessi fra questa categoria di persone diminuiscono in maniera ridotta rispetto a quelli degli automobilisti e dei motociclisti, responsabili per la gran parte di incidenti che coinvolgono pedoni. Per esempio, dal 2001 al 2012, a Milano sono morte 917 persone, 300 delle quali erano pedoni e un terzo di questi è stato travolto sulle strisce pedonali. Benché nel 2013 il numero di morti tra i pedoni risulti in diminuzione rispetto al 2012 (-4,7%), la variazione è più contenuta se confrontata al calo complessivo delle vittime sulle strade (-9,8%).

 

A RISCHIO SOPRATUTTO I PEDONI

Il pedone, dunque, è uno dei soggetti più vulnerabili fra le persone coinvolte in incidenti stradali. Il rischio di infortunio causato da investimento è particolarmente alto per la popolazione anziana, più frequentemente coinvolta nel ruolo di pedone sulla strada. Per quanto riguarda le vittime, il valore massimo si registra nella fascia di età compresa tra 80 e 84 anni (97), per i feriti (1.493) in quella tra 75 e 79 anni. Tra il 2012 e il 2013, aumentano le persone decedute fra gli 80-84enni (da 92 a 97 decessi) e i 90-94enni (da 12 a 21 decessi), fra i giovani di 15- 29 anni (18 casi in più, pari al +46%) e fra i bambini di 0-4 anni (da 2 a 9 casi). Per questo motivo la Regione Lombardia ha avviato un programma ulteriore di prevenzione degli incidenti stradali in relazione a una nuova raccomandazione della Commissione europea che invita a ridurre nel decennio 2011-2021 ancora del 50% il numero degli incidenti e dei morti, con particolare riferimento a pedoni e ciclisti, considerati dal codice della strada come “utenti deboli”, cioè coloro che in caso di investimento con un veicolo avranno sicuramente la peggio. Il primo passo è la realizzazione e distribuzione di Quaderni tematici di sicurezza stradale, il cui argomento principale sono proprio i pedoni e i ciclisti, al fine di programmare nuove politiche di mobilità in ambito urbano.

 
OGNI GIORNO SULLE STRADE "SPARISCE" UNA GRANDE CITTA'
 
Il trend degli incidenti stradali coinvolge il mondo intero, tanto che con un milione e 300 mila morti ogni anni, è come se sparisse una città come Milano. Inoltre 500 bambini muoiono ogni anno sulle strade del mondo e per giovani tra i 15 e i 29 anni, l’incidente stradale è la prima causa di morte. Per contribuire a fermare questa strage, la Federazione internazionale dell’automobile, con l’appoggio dell’ACI e di tutti gli Automobil club internazionali, ha lanciato un appello agli automobilisti perché assumano un ruolo attivo nella lotta agli incidenti, impegnandosi a sostenere le dieci regole d’oro della sicurezza stradale, che consistono in consigli per migliorare il proprio stile di guida e ricordare le proprie responsabilità quando si è al volante, sia nei confronti di se stessi, dei passeggeri e degli altri tenti della strada. Fra le cause che hanno provocato gli incidenti, al primo posto, con il 16,8% c’è la guida distratta o l’andamento indeciso. A poca distanza, con il 16,1%, c’è il non rispetto delle regole della strada, come non dare la precedenza o passare con il semaforo rosso. Con l’11,6% c’è la velocità troppo elevata e per un 3,6% c’è anche un comportamento scorretto del pedone. 

 


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