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Redazione
pubblicato il 25-11-2013

Realizzato l’aspiratore di obesità



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Il dispositivo sperimentale promette una perdita di peso del 20% in un anno. Ma deve essere affiancato da dieta e attività fisica. E sono necessari altri studi per validare la metodica

Realizzato l’aspiratore di obesità

Si chiama AspireAssist il nuovo dispositivo, mini-invasivo e completamente irreversibile, contro l’obesità ideato da tre ricercatori americani del Centro per la nutrizione umana della Washington University School of Medicine di St. Louis nel Missouri e del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. È indicato in caso di refrattarietà nel paziente obeso a perdere peso con una correzione dello stile di vita, dieta restrittiva e attività fisica e prima della chirurgia che porta con sé buoni risultati ma anche qualche complicazione. Arrivato in Italia, è in sperimentazione al San Raffaele di Milano.

IL DISPOSITIVO – E’ costituito da un tubo, che si impianta per via endoscopica nello stomaco, collegato ad una placca di metallo che contiene al suo interno una valvola ‘aspirativa’. Questa viene utilizzata, come una sorta di rubinetto, in autonomia dal paziente secondo i consigli medici a fine pasto per eliminare il quantitativo di cibo in eccesso. Il dispositivo già in utilizzo negli Stati Uniti, dove i tassi di obesità sono molto elevati, e in Svezia ha dato ottimi risultati con perdite di peso di almeno il 20% nell’arco di un anno. Lo stesso obiettivo lo si vuole ottenere anche in Italia dove è partita una sperimentazione presso il San Raffaele di Milano che arruolerà pazienti fortemente sovrappeso (con indice di massa corporea pari a 35-55 km/m2) seguendoli nell’arco di un anno. «La novità di questo dispositivo, rispetto ad altre metodiche – spiega Pier Alberto Testoni, responsabile dello studio e direttore della Gastroenterologia ed endoscopia digestiva - è la collaborazione attiva del paziente nell’ottenimento della perdita di peso. Lo strumento dovrebbe insegnare alla persona a raggiungere un efficace controllo delle porzioni nell’assunzione del cibo a livello gastrico, producendo un’efficace perdita di peso e facilitare di conseguenza il cambiamento dello stile di vita per una gestione del peso a lungo termine». Il ‘rubinetto’, che elimina il 30% del cibo dallo stomaco prima che le calorie vengano assorbite dal corpo ma senza provocare carenze nutrizionali, va messo in funzione circa 20 minuti dopo il pasto e il tempo richiesto per l’operazione di aspirazione si aggira fra i 5 e i 10 minuti. Il programma incoraggia ad effettuare la manovra dopo ogni pasto (3 volte al giorno), aiutando la persona a restare motivati e seguire costantemente gli obiettivi raggiunti e il mantenimento del peso.

L’OPINIONE – Il dispositivo però, non deve essere la regola, specie all’inizio della terapia, per scaricare il senso di colpa di un pezzato di gola. «Il metodo  - commenta la professoressa Virginia Bicchiega, docente in Nutrizione Umana all’Università degli Studi di Torino – non appare educativo verso una cultura della sana e corretta alimentazione e la gestione dello strumento ha degli aspetti poco piacevoli. Occorreranno ulteriori studi e un attento follow-up per validare l’efficacia della metodica, quale possibile soluzione risolutiva al crescente problema dell’obesità ma ciò che è certo che anche programmi di questo tipo non possono prescindere dall’assunzione di un corretto stile di vita che preveda un adeguato apporto calorico in relazione alle necessità dell’organismo e all’obiettivo nel raggiungimento e mantenimento del peso e una moderata attività fisica sempre sotto controllo medico».

Francesca Morelli


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