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Redazione
pubblicato il 30-10-2012

Lacrime e sudore per misurare la glicemia



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Dalle nanotecnologie arriva un dispositivo per rilevare i livelli di zucchero da fluidi corporei, diversi dal sangue

Lacrime e sudore per misurare la glicemia

Dalle nanotecnologie arriva un dispositivo per rilevare i livelli di zucchero da fluidi corporei, diversi dal sangue

Aghi e punture sui polpastrelli della dita per la misurazione della glicemia saranno presto un ricordo sia per i diabetici (specie di tipo 1) sia in caso di controlli periodici per problemi di obesità o in gravidanza. Grazie ad un nuovo dispositivo, progettato da un gruppo di ricercatori tedeschi, in futuro basterà una goccia di sudore o una lacrima per conoscere la concentrazione di zuccheri nel sangue.

IL DISPOSITIVO – Preciso, efficace, non invasivo, in grado di misurare in maniera accurata i livelli di glucosio, sfruttando liquidi corporei diversi dal sangue: sono queste le caratteristiche dell’innovativo biosensore che, pare, potrà cambiare la vita dei diabetici. Il dispositivo si basa su una reazione elettrochimica attivata con un enzima e dotato di un convertitore analogico che trasforma i segnali elettrochimici in dati digitali, inviandoli via wireless a un ricevitore e da qui al paziente che potrà conoscere in tempo reale il suo quadro glicemico. «Le ridottissime dimensioni (0,5 millimetri di larghezza e due di lunghezza) del chip - spiega Luigi Sciangula, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi e operante presso l’UOSD di Diabetologia e Endocrinologia dell’Ospedale di Mariano Comense, Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como – consentono di impiantarlo nel corpo e di avere in questo modo una lettura continuativa dei livelli di glicemia. Inoltre il chip è capace di rilevare la quantità di glucosio in ogni liquido corporeo, anche a bassissime concentrazioni, mettendo in preallarme laddove necessario». Il sensore sarà dotato di strati di grafene (atomi di carbonio) e di elementi chimici in grado di fare un lavoro quasi pari a quello di un vero laboratorio di analisi.

I VANTAGGI – Il dispositivo, al di là della precisione dei risultati, potrebbe risolvere diversi problemi. «Primo fra tutti – commenta ancora Sciangula - il controllo della glicemia in pazienti ricoverati non collaboranti o nei bambini che, a fatica, si fanno pungere il dito e soprattutto evitare gli errori legati all’automonitoraggio domiciliare, molto usato dai diabetici, che richiede l’addestramento del paziente o dei familiari all’uso del glucometro». Ambiziose le aspettative future dei ricercatori tedeschi: applicare il sensore a una pompa in miniatura che somministri l’esatta quantità di insulina necessaria in base al tasso di glicemia rilevato e estendere l’utilizzo del chip ad altri campi, diversi da quello diabetologico.

Francesca Morelli


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