Una forma cronica di encefalite può manifestarsi in un bambino colpito da morbillo su 600. In Italia la copertura vaccinale è ferma all’85 per cento
Le complicanze del morbillo - in primis le encefaliti, soprattutto nei bambini - sono meno rare di quanto si pensi. Motivo per cui il progressivo calo nelle coperture vaccinali, oltre a rappresentare un rischio per l’intera popolazione, espone la salute degli infetti a complicanze che non sono la regola, ma possono concretizzarsi con una probabilità maggiore rispetto a quella finora considerata. È questo il dato che emerge da una ricerca presentata nel corso dell’IDWeek 2016, l’appuntamento annuale che vede riunirsi gli esperti delle società americane di malattie infettive, pediatria ed epidemiologia.
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PANENCEFALITE SUBACUTA SCLEROSANTE: DI COSA SI TRATTA?
I nuovi dati sono stati esposti dai ricercatori della dell’Università della California, in collaborazione con i colleghi dell’agenzia di sanità pubblica di Los Angeles. Gli scienziati hanno dimostrato che la panencefalite subacuta sclerosante - forma cronica di encefalite provocata dalla persistenza del virus del morbillo nel tessuto cerebrale - può emergere in un bambino su 1.387 contagiati entro i cinque anni. Ma il tasso è risultato più che raddoppiato (uno su 600) nei bambini colpiti dal virus nel primo anno di vita. Il dato è stato ricavato ricostruendo la storia clinica dei bambini colpiti dall’encefalite in California tra il 1998 e il 2016. Un’eventualità più frequente rispetto alle stime finora in vigore: un bimbo su 1.700, secondo un precedente studio tedesco. Da qui il suggerimento degli scienziati a «effettuare almeno due dosi di vaccino prima di portare un bambino in un Paese in cui il morbillo è endemico». La malattia è caratterizzata da febbre, tosse, occhi rossi, mal di gola e rash cutaneo.
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I PIU’ A RISCHIO SONO I BAMBINI CON MENO DI UN ANNO
In Italia tra il 2013 e il 2015 le coperture vaccinali sono scese dal 90,5 all’85,3 per cento. Una flessione che aveva determinato anche un richiamo ufficiale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo alcune stime della Società Italiana di Pediatria, con il crollo delle vaccinazioni sarebbero oltre seicentomila i bambini italiani (2-9 anni) esposti al morbillo. Ma anche adolescenti e giovani adulti possono essere esposti. Il morbillo è infatti estremamente contagioso e può causare gravi conseguenze anche nelle persone immunocompromesse. La vaccinazione è considerata indispensabile su larga scala perché garantisce l’immunità «di gregge», ovvero la protezione anche di una parte significativa della popolazione che non ha potuto effettuare la vaccinazione. Particolarmente vulnerabili sono i bambini con meno di un anno, che a causa della loro età non possono ricevere la vaccinazione trivalente (morbillo, parotite e rosolia). Il virus del morbillo può diffondersi a tutto il corpo e raggiungere pure il cervello, dove anche dopo anni dall’infezione è in grado di provocare l’encefalite. La panencefalite subacuta sclerosante, per cui non esiste una cura, risulta fatale in quasi la totalità dei casi.
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VACCINAZIONE: QUANDO EFFETTUARLA?
L’unica forma di prevenzione consiste nella vaccinazione, per cui la prima dose è prevista tra il dodicesimo e il quindicesimo mese di vita. Prima, infatti, si considera che i bambini conservino una dose di anticorpi materni: motivo per cui anticipare il vaccino potrebbe ridurne l’efficacia. Oltre alla panencefalite subacuta sclerosante, un’altra complicanza insidiosa del morbillo è data dalla polmonite.
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Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).