Gli anziani mangiano poco e male. Più di 400 calorie giornaliere mancano all'appello e aumenta il rischio di ricovero. Le cause? In primis la crisi economica
Mangiare poco sembrerebbe essere il segreto per rimanere in forma, soprattutto da anziani. Un regime di ristrettezza calorica non solo diminuisce i rischi cardiovascolari legati al sovrappeso, ma riduce anche quelli correlati allo sviluppo dei tumori. Ma quanto poco bisogna mangiare? Le persone avanti con l'età come si dovrebbero comportare? A scattare un'istantanea sul rapporto tra cibo e anziani ci ha pensato il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Padova. Dal vasto studio battezzato “Nutrage” emerge chiaramente che gli over 65 italiani mangiano troppo poco e soprattutto male. Un dato impressionante se si pensa che la malnutrizione può aumentare del 25% la possibilità di ricovero in ospedale.
ERRORI ALIMENTARI- Tra gli errori più comuni vi è sicuramente la scarsa propensione al consumo di frutta e verdura. Ma ancor più preoccupante è quello che riguarda l'assunzione di calcio e vitamina D. I nostri anziani arrivano appena al 50% della quantità di calcio raccomandata, mentre altri Paesi raggiungono il 90%. Con rischi per la salute delle ossa. Ma le sorprese non finiscono qui. In un paese come l'Italia, considerato la patria della pasta, gli anziani ne consumano ben poca: con 250 grammi al giorno per gli uomini e 220 per le donne, è preceduta solo dalla Grecia, mentre ai primi posti figurano Spagna e Svezia. E che dire delle porzioni? Nel nostro paese circa un milione di over 65 non mangia a sufficienza e ogni giorno introduce 400 calorie in meno del quantitativo minimo consigliato. Unico dato positivo è quello riguardante il consumo di grassi: siamo il paese con il più basso introito di lipidi e possiamo vantare anche una bassa assunzione di colesterolo. A preferire cibi più grassi sono invece gli anziani spagnoli e dei Paesi Bassi.
LE CAUSE?- A detta degli esperti la ragione principale della malnutrizione negli anziani del nostro paese è di tipo economico. La crisi, che ha colpito maggiormente la fascia di popolazione più debole come quella degli over 65, ha fatto calare notevolmente i consumi alimentari. Secondo un'indagine promossa dal Ministero della Salute, quasi il 70% degli anziani fa fatica ad arrivare alla fine del mese e così il carrello della spesa ne risente rimanendo desolatamente vuoto. In particolare mancano all'appello carne e pesce, sicuramente più costosi ma di fondamentale importanza per una corretta e sana alimentazione.
CASE DI RIPOSO- Ma agli anziani ricoverati nelle case di riposo non va certo meglio. Anche se il problema del carrello vuoto non c'è, secondo i dati presentati lo scorso mese al Nutrition Day, il progetto dell'European society for clinical nutrition and metabolism (Espen), presso le strutture di degenza la malnutrizione oscilla tra il 30 e il 60%, manifestandosi in modo più grave nei pazienti di sesso femminile e in quelli di età più avanzata.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.