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Alimentazione
Redazione
pubblicato il 12-09-2011

Diabete: le nuove linee guida prevedono la "dolce vita" anche a tavola



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Distribuito a settembre un dvd contenente le nuove indicazioni antiglicemia e un ricettario di golosità che comprende anche pasta e pane non più proibiti a chi ha problemi con gli zuccheri. La parola all’esperto

Diabete: le nuove linee guida prevedono la "dolce vita" anche a tavola

Distribuito a settembre un dvd contenente le nuove indicazioni antiglicemia e un ricettario di golosità che comprende anche pasta e pane non più proibiti a chi ha problemi con gli zuccheri. La parola all’esperto

Le ricette de "La dolce vita":  1- 2 - 3

Può essere “dolce” anche la vita del diabetico. E dei tanti che non pronunciano quella parola e dicono solo «ho un po’ di glicemia alta». Lo affermano proprio i diabetologi, avendo intitolato (con notevole ironia, è vero, ma anche con sostanziale aiuto) La dolce vita un programma di golose ricette a uso di tutta la famiglia e pure di invitati di riguardo, benché calibrate sui bisogni del signore o della signora con gli zuccheri nel sangue fuori regola.

Nel 2008, quando l’iniziativa è partita, si arruolarono addirittura i cuochi più famosi delle varie regioni d’Italia per scrivere un libro-ricettario al fine di «dimostrare che anche l’alta cucina è compatibile con la dieta giusta», spiega Giuseppe Marelli, responsabile di Diabetologia e Malattie Metaboliche all’ospedale di Desio (Mb) e consigliere nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi per cui coordina il progetto La dolce vita.

Il volume fu distribuito gratuitamente e andò presto esaurito. Ora si replica, stavolta con un dvd contenente 20 ricette più semplici illustrate passo passo “come si fa”. Il titolo è diventato La dolce vita in pratica, la distribuzione sarà di nuovo gratuita a cominciare da settembre.

Niente più apartheid, dunque, a tavola per chi soffre di diabete. Perché qui si sfata anche un mito diffuso: non è vero che sono proibiti pasta e pane per chi non ha una corretta regolazione della glicemia. Tutt’altro. Lo si vede nel dvd e lo riafferma il dottor Marelli.

-Ma scusi, è, era una regola notoria: né pane né pasta né dolci per chi ha il diabete. E neanche patate. Ma quand’è che voi specialisti avete cambiato idea?

«Da un pezzo. Oggi viene raccomandato che l’apporto dei carboidrati raggiunga in media il 50% del fabbisogno calorico. Per la precisione, l’ultima raccomandazione della diabetologia italiana indica percentuali tra 45 e 60».

-Ma cos’è che vi ha fatto fare una tale inversione a U? Tra l’altro ignota a tanti malati ma, creda pure, anche a tanti dietologi.

«Si è scoperto che in realtà una tale quota di carboidrati è essenziale per un normale svolgimento delle funzioni del corpo».

-Come è diversa allora la nutrizione raccomandata per chi è normale e per chi è affetto da diabete?

«Le differenze sono minimali. Chi soffre di diabete deve stare attento a due cose: 1) ai carichi. Che vuol dire non mangiare troppi carboidrati tutti nello stesso pasto. Mai per esempio pasta, pane e patate insieme; 2) consumare una quota molto bassa di zuccheri semplici. Che sono i dolci, lo zucchero nel caffè, i gelati, le bibite zuccherate».

-Questo perché?

«Perché gli zuccheri semplici vengono assorbiti più rapidamente degli zuccheri complessi, come pane e pasta. Hanno perciò un impatto più immediato sulla glicemia, procurando per così dire un’impennata. Nelle persone senza diabete ci pensa il pancreas a ”correggere” e stabilizzare i valori secernendo una maggiore quantità di insulina, cosa su cui non può contare il diabetico».

-Dunque, par di capire, sono gli sbalzi di glicemia a essere dannosi?

«Per l’appunto. Se la glicemia due ore dopo il pasto sale a più di 180 diventa un problema perché crea delle alterazioni a livello dei vasi sanguigni».

-Alterazioni che poi restano, è così?

«Sì, si accumulano, provocando l’aterosclerosi, con un restringimento dei vasi sanguigni che può poi sfociare in infarto, ictus…».

-Dunque, sembra di capire che il consumo di carboidrati vada distribuito lungo la giornata così da tenere il valore della glicemia più o meno allo stesso livello.

«Sì, a pranzo per esempio non si mangeranno più di 70-80grammi di pasta e niente pane. Da tenere per la sera, per esempio».

-Per essere più chiari: non si deve mangiare neanche meno di 70-80 grammi di pasta o l’equivalente in pane. Una paziente che aveva chiesto al medico se, per qualche pranzo fuori casa, poteva cavarsela con un toast, si è sentita rispondere di no. Ma non perché, come poteva attendersi, il toast fosse giudicato malsano dallo specialista. No, perché, si sentì dire con suo grande stupore, in un toast c’è “troppo poco” pane! Il colmo per un diabetico (informato alla vecchia maniera).

«Giustissima quella prescrizione. E giustissimo il concetto della distribuzione del consumo di carboidrati lungo i vari pasti della giornata. Per i dolci però resta il divieto “alla vecchia maniera”: mai o in pochissima quantità».

-Per finire: quando si può dire “ho un po’ di glicemia alta” o si deve francamente ammettere “ho il diabete”?

«Se la glicemia a digiuno al mattino è entro100, è tutto normale».

-Scusi, ma il limite della normalità era 110, figura ancora così sui fogli di diversi laboratori di analisi. Avete cambiato anche qui?

«Sì, si è visto che il limite della normalità è più giusto a 100. Tra i valori 100 e 126 si parla di “intolleranza glucidica”. Da 126 in su si fa diagnosi di diabete. Quanto al fatto che non siano molto conosciute a livello di pubblico le linee guida corrette e aggiornate per il diabete, la nostra iniziativa di diffondere gratuitamente il dvd La dolce vita va appunto nella direzione di aumentare la consapevolezza diffusa».

Come ottenere il dvd gratuito:

Da settembre verrà distribuito gratuitamente nei centri di diabetologia degli ospedali o del territorio in tutta Italia, da una parte dei medici di famiglia, presso l’Associazione italiana diabetici (Fand). Si può richiedere gratuitamente al numero verde 800.98.44.80.

Realizzato col contributo di Msd Italia, il dvd La dolce vita in pratica è stato ideato da Amd (Associazione medici diabetologi), Adi (Associazione dietetica e nutrizione clinica), Fand (Associazione italiana diabetici), Simg (Società di medicina generale).


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