Ecco alcuni consigli per non rinunciare a qualche sfizio durante le festività natalizie, mantenendo equilibrio e buone abitudini
I consigli su come alimentarsi durante le cure oncologiche sono molti, e preziosi, ma come comportarsi a Natale quando le tentazioni aumentano, complici i numerosi pranzi e le cene in famiglia? Lo abbiamo chiesto a Elena Dogliotti, nutrizionista e membro della supervisione scientifica di Fondazione Umberto Veronesi.
OCCHIO ALLE PORZIONI
Durante le festività natalizie i malati di tumore in cura devono fare qualche rinuncia a tavola?
«È giusto che in questa occasione speciale i pazienti oncologici mangino quello di cui hanno voglia, senza particolari rinunce», spiega Elena Dogliotti. «Non dimentichiamo però che, a causa delle cure, potrebbero sperimentare alterazioni del gusto e dell’olfatto. In questo caso non bisogna sforzarsi, ma preferire l’utilizzo di ingredienti dal sapore delicato, magari vegetali, evitando sapori più forti che potrebbero dare fastidio. Se invece non ci sono particolari problemi dal punto di vista della palatabilità, occorre semplicemente ricordare di non eccedere con le le porzioni per non andare incontro a problemi digestivi».
EQUILIBRIO E BUONE ABITUDINI
Gli alimenti che si consiglia di limitare fortemente durante le cure oncologiche sono diversi, parliamo ad esempio di carni rosse e carni lavorate, formaggi grassi e zuccheri semplici, ma se durante le festività i pazienti ne sentono il desiderio?
«L’assaggio non è assolutamente vietato – spiega la nutrizionista –, l’importante è cercare di mantenere le buone abitudini quotidianamente, in modo tale che l’eccezione rimanga tale, restando confinata a un’occasione particolare come il giorno di Natale, Santo Stefano o un compleanno speciale. Ricordiamoci che, anche nel caso di alimenti sconsigliati, stiamo parlando di cibo e non di veleno. Ad ogni modo è importantissimo non stravolgere i propri equilibri: passare da una dieta rigorosa a eccessi improvvisi potrebbe ripercuotersi sul benessere generale della persona. Parliamo ad esempio di nausea, gonfiore e acidità di stomaco, con il rischio di rovinare la serenità delle festività natalizie».
IL BRINDISI: SI PUÒ?
Se è vero che il cibo è consolatorio, funzione che non va sottovalutata, un’attenzione particolare va riservata all’alcol. «Al di là delle controindicazioni generali degli alcolici, valide per tutti, - ricorda Elena Dogliotti - per i pazienti oncologici l’assunzione di alcol potrebbe interferire con i farmaci e favorire l’infiammazione, motivo per cui occorre cercare di limitarlo il più possibile, senza andare troppo oltre lo sporadico brindisi».
NON SOLO CIBO
Il cibo, specialmente per noi italiani, è vissuto come strumento di socializzazione e convivialità, ma non è l’unica cosa che conta. «A contribuire a creare l’atmosfera natalizia è anche altro, che meriterebbe attenzione come ad esempio l’impegno dedicato all’allestimento della tavola o all’addobbo della casa. L’atmosfera che si crea contribuisce a suggerire ai pazienti l’importanza di prendersi una pausa dal difficile momento che stanno affrontando, cercando di vivere le feste in serenità con i propri cari».
COME GESTIRE I COMMENTI ALTRUI
Durante i pranzi di famiglia i parenti tendono a buttare l’occhio nei piatti dei commensali, pronti a commentare le più svariate scelte alimentari dettate da ragioni di salute o etiche. Ne sapranno qualcosa i vegani e i vegetariani, o chi presenta determinate patologie o intolleranze. Anche i pazienti oncologici potrebbero trovarsi a rendere conto di quello che mangiano o non mangiano che, data la loro condizione potrebbe essere considerato “troppo”, “troppo poco” o addirittura “sbagliato”.
«In tutti questi casi dovremmo far presente ai commensali di non preoccuparsi, che mangeremo quello che ci sentiremo di mangiare e che, a prescindere dal cibo, l’importante è godersi la giornata. Ogni scelta va rispettata e amici e familiari dovrebbero aiutare i pazienti oncologici a mettere in atto le indicazioni degli specialisti solo quando quotidianamente sembrano non seguire le linee guida».
Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile