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Oncologia
Donatella Barus
pubblicato il 05-09-2022

Troppi alimenti ultraprocessati aumentano il rischio di tumore del colon



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Un nuovo studio conferma: gli uomini che consumano più cibi ultraprocessati (come carni lavorate e insaccati, bevande zuccherate) sono più esposti al tumore del colon-retto

Troppi alimenti ultraprocessati aumentano il rischio di tumore del colon

Troppi cibi processati nella dieta influiscono sul rischio di sviluppare un tumore del colon-retto, aumentandolo anche del 30 per cento negli uomini. Sono le conclusioni di un lavoro di analisi condotto da un team di ricerca USA che ha voluto misurare (e confermare) l’associazione già nota tra il consumo di piatti pronti industriali ricchi di carni lavorate, sale, zuccheri e le probabilità di incappare nel tempo in una diagnosi di tumore colorettale.

 

LA RICERCA

I ricercatori hanno preso in considerazione i dati di tre grandi studi prospettici americani, che per decenni hanno raccolto informazioni su salute e stili di vita dei partecipanti: oltre 200.000 persone, per i tre quarti donne, operatori sanitari seguiti per 25 anni con questionari, ogni 4 anni, sulle abitudini alimentari e la frequenza di consumo di 130 alimenti circa. Come pubblicato dal resoconto sul British Medical Journal, è emerso che gli uomini che più spesso mangiavano cibi ultraprocessati erano esposti ad un rischio di avere un cancro colorettale più alto del 29 per cento rispetto agli uomini con pari caratteristiche ma molto meno affezionati al junk-food. Fra le donne non è risultata un’associazione altrettanto evidente.

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

 

DIETA E TUMORE DEL COLON-RETTO

Per gli uomini, a risultare fortemente associati al tumore colorettale sono stati i piatti pronti industriali a base di carne, pollame e pesce, ricchi di «carni processate come salsiccia, bacon, prosciutto e fish cakes (preparati a base di pesce tritato e fritto, ndr)». Ma non solo: anche bevande zuccherate, soda, bibite a base di frutta o latte sono risultate connesse ad un rischio aumentato. Un’associazione inversa è invece risultata fra il rischio (ridotto) di tumore intestinale nelle donne e alti consumi di latticini come lo yogurt.

 

GLI ALIMENTI ULTRAPROCESSATI

«Le carni processate, che rientrano perlopiù nella categoria dei cibi ultraprocessati, sono un importante fattore di rischio per il tumore del colon-retto» ha ricordato Lu Wang, prima firma dello studio e ricercatrice della Friedman School of Nutrition Science and Policy alla Tufts University di Boston. «I cibi ultraprocessati sono in genere anche ricchi di zuccheri aggiunti e poveri di fibre, il che contribuisce all’aumento di peso e all’obesità, uno dei fattori di rischio accertati per il cancro colorettale». Inoltre non si può escludere, commentano gli autori, un possibile ruolo degli additivi alimentari nell’alterare il microbiota intestinale e promuovere l’infiammazione, nonché di eventuali contaminanti derivati dalla lavorazione degli alimenti o acquisiti dal packaging del cibo.

 

RICERCHE COMPLESSE E DATI DA SPIEGARE

Tutti questi nessi sono naturalmente da approfondire e da spiegare, sottolineano gli autori della ricerca, con ulteriori studi per capire se la differenza di genere nel rischio legato alla dieta è reale o dipende da una casualità o da qualche fattore non considerato che potrebbe spiegare le diversità fra uomini e donne. I dati riguardano operatori sanitari e non è detto che i risultati sarebbero gli stessi nella popolazione generale. Lo sviluppo di un tumore dipende da una concomitanza di fattori e richiede un periodo di latenza lungo: ci vogliono anni e talvolta decenni, dunque occorrono studi epidemiologici con dati su popolazioni ampie e periodi di osservazione duraturi.

 

CHE COSA SONO I CIBI ULTRAPROCESSATI?

Non soltanto in base alla quantità di grassi saturi o di zuccheri che contengono, o ancora in base all'apporto calorico: i cibi si possono classificare anche in base ai processi produttivi a cui sono sottoposti. Un sistema di classificazione denominato NOVA propone quattro categorie di alimenti:

  1. non trasformati o minimamente processati (verdure, frutta, riso, cereali, pasta, couscous, polenta, granola, legumi, yogurt bianco, latte, uova, carne e pollame, pesce, spezie, tè, caffè, acqua...)
  2. ingredienti per cucinare (oli, burro, sale, zucchero...)
  3. alimenti trasformati o processati (pane fresco, formaggi, verdure e legumi in scatola, pesce in scatola, carni o pesce affumicati, frutta sciroppata, semi o frutta a guscio salati o zuccherati...)
  4. altimenti ultraprocessati (snack dolci o salati, molti cibi pronti a base di pasta, pizza, crocchette di pollo, burger, zuppe istantanee, cioccolato, dolciumi, gelati confezionati, margarine, biscotti, cereali da colazione, barrette energetiche, energy drinks, bevande a base di latte, frutta, yogurt alla frutta, salse, alimenti sostitutivi del pasto...).

Non necessariamente un cibo ultraprocessato è ricco di grassi o di calorie, nè è di per sè poco salutare (basti pensare che la classificazione NOVA include anche il latte di formula per i neonati fra gli alimenti ultraprocessati!). Ma sempre più studi epidemiologici li legano, se presi nel loro complesso e se prevalenti nella dieta, a problemi di salute, tumori compresi. Come ricorda il World Cancer Research Fund, i cibi ultraprocessati contengono in genere poca fibra, molti zuccheri e molto sale, promuovono l'aumento di peso: «Ma è la dieta nel suo complesso che conta davvero, più che il singolo alimento, gruppo di alimenti o singolo nutriente. Incoraggiamo le persone a seguire una dieta sana e bilanciata ricca di cereali integrali, verdure, frutta e legumi, e che limiti i cibi da fast food e altri alimenti processati con alti livelli di grassi, amidi e zuccheri, carni rosse e trasformate e bevande zuccherate».

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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