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Pediatria
Fabio Di Todaro
pubblicato il 14-04-2015

Se cala l’inquinamento migliora la respirazione dei bambini



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La conferma dalla California: con meno emissioni aumenta la funzionalità polmonare e si riducono asma e allergie. Ma attenzione anche all’ambiente domestico

Se cala l’inquinamento migliora la respirazione dei bambini

Far respirare in città un’aria più salubre vuol dire tutelare la salute dei polmoni dei bambini. Un’evidenza che potrebbe apparire scontata, ma che in realtà non lo è. A documentarla un gruppo di ricercatori californiani, in uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. 


Asma, iniziamo a conoscerla
 

 
PROCESSO REVERSIBILE

Diverse ricerche avevano evidenziato come l’esposizione agli inquinanti atmosferici riduca la funzionalità polmonare nei più piccoli. Un processo che è alla base dell’aggravamento dei sintomi dell’asma e che a lungo termine più aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Nulla, però, si sapeva di quanto questo processo fosse reversibile. Perciò i ricercatori statunitensi hanno voluto fare chiarezza. Hanno selezionato tre campioni di bambini di età compresa tra 11 e 15 anni, cresciuti nel sud della California in tre diversi quadrienni: 1994-1998, 1997-2001 e 2007-2011. Nello stesso periodo nella zona - in passato fulcro industriale e portuale dell’intero Paese - sono entrate in vigore diverse norme mirate a ridurre l’inquinamento ambientale. Di conseguenze la presenza di sostanze tossiche (biossido di azoto e polveri sottili) nell’atmosfera si è ridotta. 

Se il traffico toglie il respiro 

 

L’ESPERIMENTO

I miglioramenti nella qualità dell’aria nel tempo hanno rappresentato il contesto ideale per effettuare un esperimento “naturale”. I medici hanno deciso di rilevare la funzionalità respiratoria dei bambini nel corso degli anni, attraverso due parametri: la capacità vitale forzata (è il volume di aria espulsa partendo da un’inspirazione completa) e il volume espiratorio massimo in un secondo (indica lo stato di salute delle vie respiratorie). Si è così visto che i due indicatori crescevano al diminuire degli inquinanti nell’atmosfera. Nel tempo è dunque aumentata la funzionalità respiratoria dei bambini californiani: a prescindere dalla loro etnia e dalle loro condizioni di salute (già asmatici o no). Un messaggio chiaro per chi, a livello politico, si occupa della tutela della salute pubblica. Nelle aree a forte densità urbana - lo studio non considera la presenza di metalli pesanti e asbesto, caratterizzanti le realtà a forte presenza industriale - l’inquinamento può essere ridotto, con evidenti vantaggi per la salute dei cittadini. 

 

I CONSIGLI

L’evidenza, secondo gli specialisti statunitensi, è sufficiente ad affermare che «l’abbattimento degli inquinanti presenti nell’aria, come il biossido di azoto e il particolato fine, migliora lo sviluppo della funzionalità polmonare durante l’adolescenza». Avere polmoni più in salute permette di evitare l’acutizzazione di malattie croniche come l’asma e la fibrosi cistica e riduce il rischio di sviluppare in futuro la broncopneumopatia cronico ostruttiva e il tumore del polmone. «Alle mamme che vivono in città consiglio di evitare le aree ad alta densità di traffico e di portare il bambino nello zainetto piuttosto che nel passeggino, per non tenerlo alla stessa altezza delle marmitte delle automobili - afferma Renato Cutrera, responsabile del reparto di broncopneumologia dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e presidente della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili -. Se si vive in grosse arterie stradali, converrebbe arieggiare la casa soltanto nelle prime ore della mattina o a tarda sera».  

 

ATTENZIONE ANCHE A CASA

Da tenere sotto controllo, però, non è soltanto l’inquinamento atmosferico. Spesso, infatti, anche nelle case si riesce a creare un habitat ideale per lo sviluppo di asma e allergie nei bambini. La conferma giunge da uno studio pubblicato su Environmental Research, che ha evidenziato una relazione tra il biossido di azoto rilevato in ambito domestico e i disturbi respiratori. Rilevando attraverso le prove allergiche e la spirometria lo stato di salute di oltre trecento ragazzi (10-17 anni), e abbinando i dati a quelli relativi all’inquinamento domestico tratti con delle sonde collocate all’interno e a ridosso delle abitazioni, i ricercatori hanno notato che nel 25% delle case il biossido di azoto superava il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della Sanità per gli inquinanti degli ambienti interni. Le responsabilità, oltre che del traffico (i valori erano più alti nel centro cittadino), sono da ricondurre anche all’impiego di stufe e al fumo di sigaretta.  Dallo studio è emerso come nelle case in cui i valori di biossido di azoto erano più elevati si registrava un numero maggiore di ragazzi asmatici o con problemi respiratori. 


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