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Pediatria
Caterina Fazion
pubblicato il 18-01-2024

Ossa più forti per i bambini che crescono nel verde



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Scopriamo come l'esposizione a spazi verdi fin dall’infanzia rappresenti una buona strategia per ridurre il rischio di osteoporosi e fratture nell’età adulta

Ossa più forti per i bambini che crescono nel verde

La salute delle ossa è destinata a essere influenzata per tutta la vita dal periodo dell’infanzia. Perché? Per quanto il picco si raggiunga nella prima età adulta, la massa ossea dipende dall'accumulo che avviene durante la crescita e lo sviluppo scheletrico che, se non ottimale, può comportare problematiche ossee più avanti nel tempo. Oltre a corretto apporto di calcio e vitamina D, esiste qualcos’altro che possa ridurre il rischio di osteoporosi e fratture? Secondo un recente studio pubblicato su Jama Network Open, sì, e si tratta dell’esposizione precoce a spazi verdi nei bambini piccoli. Scopriamo il perché e come sfruttare questa scoperta a favore delle nostre ossa e quindi della nostra salute.

 

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LO STUDIO

I ricercatori hanno seguito fino all'età di quattro-sei anni 327 bambini, 180 femmine e 147 maschi, incrociando i dati sulla salute delle ossa con quelli relativi alle caratteristiche delle aree di residenza. Cosa è emerso? I bambini che vivevano in aree in cui erano presenti a poca distanza zone verdi avevano una più alta densità minerale ossea, un indicatore della salute delle ossa, e un rischio fino al 67% più basso di soffrire di fragilità delle ossa. Questi risultati evidenziano l'importanza dell'esposizione agli spazi verdi residenziali nei primi anni di vita sulla salute delle ossa durante i periodi critici della crescita e dello sviluppo, con implicazioni a lungo termine.

 

GLI EFFETTI BENEFICI DEL VERDE

Secondo i ricercatori, la spiegazione degli effetti benefici del verde urbano potrebbe risiedere nel fatto che la disponibilità di aree verdi aumenta le probabilità di svolgere attività fisica. Questa, a sua volta, favorisce i processi di rafforzamento delle ossa.

«Questo studio evidenzia l'urgente necessità di sensibilizzare i responsabili politici sull'importanza di conservare ed espandere gli spazi verdi residenziali per massimizzare la densità minerale ossea durante i periodi cruciali di crescita e sviluppo», scrivono i ricercatori. «La promozione di queste strategie preventive potrebbe ridurre il rischio di fratture e/o di osteoporosi più avanti nella vita, con conseguenti benefici finanziari, fisici e psicologici per l'individuo e la comunità», concludono.

 

COME ASSUMERE IL CALCIO?

Dato che l'accumulo di massa ossea è influenzato da fattori ambientali e dallo stile di vita, non dobbiamo dimenticare l’importanza di una corretta alimentazione, e in particolare di un corretto introito di calcio che, essendo un macronutriente deve essere assunto in grandi quantità (>100 mg/giorno). Il calcio, la cui carenza può causare rachitismo e osteoporosi, è fondamentale per costituire scheletro e denti, ma è essenziale anche nella regolazione della contrazione muscolare, nella trasmissione degli impulsi nervosi, nella regolazione della permeabilità delle membrane cellulari. Si trova principalmente nel latte e nei suoi derivati, ma anche negli ortaggi dalle foglie verde scuro, nei legumi secchi, in pesci e molluschi.

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L’IMPORTANZA DELLA VITAMINA D

Perché il calcio venga assorbito correttamente occorre assicurarsi la giusta dose di vitamina D. Come? La fonte più importante di vitamina D è l’esposizione solare e “farne scorta” nella stagione estiva è sempre una buona idea; in genere, per una persona giovane è sufficiente stare all’aperto almeno due o tre volte alla settimana: bastano 10-15 minuti, anche al mattino o nel tardo pomeriggio, in primavera, estate e autunno, con viso, mani e avambracci scoperti. Anche per questo motivo la presenza di aree verdi che i bambini possano sfruttare diventa di importanza fondamentale per ridurre il rischio di osteoporosi e fratture. Tuttalpiù, si può fare ricorso nella propria alimentazione a quei cibi che ne contengono una buona quantità come pesce, in particolare salmone, sardine, aringhe, tonno e anche olio di fegato di merluzzo, tuorlo d’uovofegato, verdure a foglia verde scuro come bietole, cicoria, cavolo riccio e broccoli.

 Non dimentichiamo che l’integrazione è necessaria, e va prescritta dal medico, solo dopo aver diagnosticato l’ipovitaminosi D grazie a esami del sangue specifici. Da evitare assolutamente il “fai da te”: potrebbero verificarsi casi di tossicità per supplementazioni non necessarie o dosi eccessive. 

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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