La bella stagione può accentuare il prurito in chi soffre di dermatite (soprattutto i bambini). I consigli per prendere il sole senza rischi
Altro che relax. Per le persone che soffrono di dermatite atopica, l’estate risulta spesso la stagione più difficile. Colpa della riacutizzazione del prurito, uno dei sintomi principali della malattia, che condiziona il riposo notturno (causa di assenza dal lavoro per 2 pazienti su 3) e spesso porta a tenersi a distanza dalla spiaggia (come fa la metà dei pazienti, a disagio per le lesioni cutanee). Il sole e il mare tendono ad attenuare le manifestazioni cutanee della malattia. Ma la necessità di grattarsi più di frequente può costituire una limitazione significativa durante i mesi più caldi, se si soffre di dermatite atopica.
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DERMATITE ATOPICA: UNA MALATTIA PER TUTTE LE ETA'
Nota anche come eczema, la dermatite atopica è una malattia infiammatoria della cute che colpisce soprattutto i bambini. Nella maggior parte dei casi, a causa di un difetto del contenuto di grassi, le persone colpite hanno la pelle secca e, di conseguenza, più sensibile e irritabile. Il quadro clinico può cambiare con l'età del paziente. Nei primi mesi di vita sono più spesso colpiti il volto (specialmente le guance), il cuoio capelluto e la piega del collo. Dopo il primo anno di età - la dermatite atopica è la malattia della pelle più diffusa tra i bambini: ne è colpito 1 su 10 e nel novanta per cento dei casi l’esordio avviene nei primi cinque anni di vita - le sedi maggiormente interessate sono il viso, le mani, le pieghe dei gomiti e delle ginocchia: dove non di rado la cute appare ispessita ed escoriata, a seguito del continuo grattamento. Negli adulti, invece, spesso le manifestazioni risultano circoscritte al volto e alle mani. La malattia - la familiarità è dimostrata in oltre il 70 per cento dei casi - tende a regredire soprattutto all’inizio dell’età scolare e nel corso dell’adolescenza. Ma in quattro casi su dieci persiste fino all’età adulta: soprattutto quando la prima manifestazione è stata molto precoce, se si ha una storia familiare di dermatite atopica e se la persona soffre anche di asma bronchiale o di rinocongiuntivite allergica. A scatenare la malattia possono essere diversi fattori ambientali, non tutti ancora identificati. Si guarda con attenzione alla dieta e all’uso di detergenti, che potrebbero «avvicinare» alcune sostanze responsabili della reazione a un organismo già «suscettibile». È un dato di fatto, inoltre, che la malattia sia maggiormente diffusa dove il clima è più rigido e nella città inquinate.
DERMATITE ATOPICA: LE INSIDIE DELL'ESTATE
Durante l’estate, il sole e l’acqua di mare tendono a far regredire le lesioni cutanee provocate dalla dermatite atopica. Ciò non toglie, però, che in alcuni individui il prurito possa farsi più insistente con l'arrivo della bella stagione. «Stiamo parlando di quello che, per quasi la metà dei pazienti, è il principale fastidio correlato a questa malattia», afferma Mario Di Gioacchino, direttore dell’unità operativa di allergologia del policlinico universitario di Chieti. Una giornata in spiaggia, le temperature elevate, la sabbia sulla pelle e il velo di sale lasciatoci su dall’acqua di mare possono dunque diventare uno «spauracchio» per questi pazienti: all’incirca il dieci per cento dei maggiorenni del nostro Paese (e quasi il doppio tra i bambini). A loro, gli esperti raccomandano di «esporsi al sole nelle ore meno calde della giornata e con un’adeguata protezione solare - aggiunge Eustachio Nettis, dermatologo del centro di riferimento regionale per le malattie allergiche e immunologiche del policlinico di Bari e vicepresidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica (Siaaic) -. Occorre poi garantire sempre un’adeguata idratazione. Per farvi fronte, è importante applicare detergenti e idratanti adeguati, in grado di alleviare il prurito e permettere alla cute di ripristinare il suo ruolo di barriera».
COME RIMANERE IN FORMA
DURANTE L'ESTATE
LE OPZIONI TERAPEUTICHE
Quanto ai possibili trattamenti farmacologici, la cura è per lo più locale (cortisonici). Questi farmaci possono però rivelarsi insufficienti per le forme più gravi di dermatite atopica, per cui da diversi mesi è disponibile un nuovo farmaco biologico (dupilumab). L’indicazione al trattamento sussiste «per gli adulti che hanno lesioni particolarmente severe in gran parte del corpo, in zone visibili come viso e arti o molto sensibili come l’area genitale - conclude Di Gioacchino -. Questo farmaco sta modificando la qualità di vita dei casi più difficili e nella maggior parte dei casi comporta anche un miglioramento dei sintomi relativi all’asma, alla rinite allergica e alla poliposi nasale che spesso sono associati alla dermatite atopica». L’alternativa, per queste situazioni più «spinose», è rappresentata dall’utilizzo sistemico del cortisone: necessariamente limitato però nel tempo e non privo di effetti collaterali.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).