Una ricerca Usa ha mostrato che i piccoli che dormono respirando con la bocca presentano un aumento di disturbi d’ansia in età scolare. Liborio Parrino, specialista del sonno aggiunge: «Anche la crescita in altezza può venire frenata per colpa delle tonsille»
«Se un bambino è monello, diciamo troppo monello, bisogna dirgli: vieni qui e apri la bocca, e guardargli in gola. Se ha due tonsille grosse così, consultare subito il medico». L’occasione per interpellare il professor Liborio Parrino, docente di neurologia dell’Università di Parma, dove è responsabile del Centro sonno dell’ospedale, è una ricerca americana condotta su ben 11.000 bambini dalla prima infanzia ai 7 anni dall’esito sorprendente: i piccoli che già a 6 o 18 mesi dormono russando e respirando con la bocca sono a rischio più degli altri di sviluppare, in età scolare, ansia o il disturbo psichiatrico da deficit d’attenzione.
MENO OSSIGENO- Ma il professor Parrino aggiunge un altro dato che sconcerta: si sa che se un bimbo dorme male come sopra descritto cresce in altezza meno degli altri. Perché? Nel caso americano, la ricercatrice a capo dello studio, Karen Bonuck, della Yeshiva University – Albert Einstein College of Medicine di New York, avanza quest’ipotesi: che la cattiva respirazione nel sonno porti a ridurre i livelli di ossigeno e aumentare quelli di biossido di carbonio nella corteccia prefrontale. Si interromperebbero così i processi di riparazione del sonno e si creerebbero squilibri dei vari sistemi cellulari e chimici.
Da parte sua Liborio Parrino, che è vicepresidente dell’Associazione italiana di Medicina del sonno, spiega che da esperimenti su animali si sa che la ipossemia intermittente, cioè la scarsità di ossigeno, causata per centinaia di volte da cattiva respirazione e apnee, è molto più pericolosa di quella persistente.
RESPIRI BREVI E SALVAVITA- «E, soprattutto, si è visto che crea alterazioni sui tessuti nervosi. La struttura del sonno viene, infatti, massacrata da questo continuo va e vieni: alla fine di ogni apnea, che è sospensione del respiro, l’organismo deve mettere in atto un’operazione salvavita, rendendo superficiale il respiro, per non morire. Vale anche per gli adulti. Ogni volta è come un micro-risveglio che toglie il sonno profondo».
Il sonno, spiega il docente, è una struttura fatta da diversi “mattoni”, ognuno con una sua funzione necessaria. «E’ durante il sonno profondo che l’ipofisi secerne l’ormone della crescita: ecco perché il bimbo che dorme male non cresce bene di altezza».
TOGLIERE LE TONSILLE?- Allora dopo aver guardato bene in gola, qual è la cura: togliere le tonsille grosse? E le adenoidi, che stanno nel naso e potrebbero ostruirlo, non c’entrano? «Sì, sì, anche le adenoidi vanno tolte. Ma attenzione: non vorrei che passasse il messaggio che le tonsille siano sempre da asportare. Nient’affatto. Però se un bambino è agitato, non ascolta, è nervoso, deve diventare normale la domanda: ma dorme bene? Le nonne una volta mettevano insieme le due cose e sentenziavano: questo bimbo dorme poco, anche senza saper nulla di neurofisiologia».
Parrino conclude raccontando di un incontro, a un congresso internazionale, con un collega otorinolaringoiatra giapponese. «Mi mostrò una tabella: la curva dell’ormone dell’accrescimento risultava piatta in un bambino con ipertrofia tonsillare. Ma tolte le tonsille l’ormone della crescita tornava normale».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.