Dai polmoni delle madri, lo smog può arrivare alla placenta, minacciando la salute del bambino. A Terni un convegno dedicato a inquinamento e salute
Dal naso e dalla bocca, passando per i polmoni e potendo contare sul trasporto attraverso il sangue, fino alla placenta. Le polveri sottili con cui entra in contatto una donna in gravidanza che vive in un luogo inquinato possono arrivare direttamente al feto. E, di conseguenza, determinare ricadute sul suo sviluppo e sullo stato di salute del futuro bambino: sicuramente basso peso alla nascita, senza poter escludere ripercussioni a livello dello sviluppo del sistema nervoso e dei polmoni. «Non è la prima volta che si ipotizzano questi effetti per i bambini che nascono in luoghi particolarmente inquinati, ma adesso sappiamo che la fase trascorsa all'interno dell'utero potrebbe non essere sufficiente a proteggere una vita che s'appresta a nascere», ha affermato Mina Gaga, a capo del dipartimento di pneumologia del Sotiria hospital di Atene, commentando gli esiti di una ricerca presentata nel corso del congresso della Società europea di pneumologia, che presiede.
POLVERI SOTTILI NELLE PLACENTE
Lo studio, condotto dal gruppo coordinato da Jonathan Grigg, docente di malattie respiratorie pediatriche alla Queen Mary University di Londra, ha evidenziato tracce di particelle di carbonio all'interno delle placente di cinque donne (non fumatrici) residenti a Londra. Dopo il parto, i ricercatori hanno misurato la concentrazione di macrofagi all'interno dell'organo deputato agli scambi metabolici tra la mamma e il feto. Trattasi di cellule rilevabili in diversi organi: fanno parte del sistema immunitario e lavorano inglobando particelle nocive, come batteri e particelle di inquinamento. Il loro ruolo all'interno della placenta è necessario per proteggere il feto. Analizzando le placente al microscopio elettronico, i ricercatori hanno rilevato 72 aree annerite, riconosciute come depositi di particelle di carbonio e considerate il prodotto della combustione di petrolio, carbone e gas naturale.
Tutti i danni provocati dall'inquinamento alla salute dei bambini
LE INFORMAZIONI DALLA «SCATOLA NERA»
I macrofagi, come detto, sono diffusi in tutto il corpo: proprio in ragione del loro ruolo di «scudo» rispetto alle infezioni e alle contaminazioni chimiche. A sorprendere, però, è stata la massiccia presenza (per una media di cinque micrometri quadrati per organo) rilevata a livello placentare. Prima di questo studio, infatti, si pensava che buona parte delle sostanze inquinanti venisse trattenuta nelle vie aeree e nei polmoni (della donna), dove la concentazione del cellule del sistema immunitario è sempre elevata: considerato il peso che hanno nello scambio di sostanze gassose. Tutt'altro. «Non sappiamo se le particelle rilevate possano spostarsi nel feto, ma l'eventualità è abbastanza concreta - ha dichiarato il pediatra Norrice Liu, coordinatore della ricerca -. Siamo però certi del fatto che, per determinare un effetto negativo nel bambino, è sufficiente il contatto delle particelle con la placenta». Lo studio dei biomarcatori nel corso della gravidanza potrebbe dunque diventare un indicatore della salute di chi nasce, nell'ottica di prevenire malattie croniche (cardiovascolari, respiratorie, oncologiche). La placenta, d'altra parte, è una «scatola nera» del nostro futuro epigenetico. Gli esperti sono ormai concordi: la fase della vita trascorsa in utero è la più sensibile alle informazioni che giungono dall'ambiente.
IL FUMO E' PIU' DANNOSO RISPETTO ALL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO?
LE CONSEGUENZE PER CHI NASCE
Negli anni sono stati documentati tassi più alti di basso peso alla nascita e crescita limitata tra i bambini esposti alle polveri sottili già nel corso della vita intrauterina. Ma, come detto, non sono escluse altre conseguenze. Molto dipende anche dalle sostanze che raggiungono la placenta. Un'altra ricerca presentata a Parigi ha infatti evidenziato come l'esposizione dei feti a composti organoclorurati (pesticidi come il Ddt, isolanti elettrici, insetticidi) determini una riduzione della funzionalità polmonare nel corso dell'infanzia (da dimostrare invece le conseguenze a lungo termine), che determina tassi più elevati di asma, dispnea e infezioni respiratorie. Senza trascurare il potenziale ruolo di interferenti endocrini già evidenziato da questi composti in altre ricerche. Entrambe le ricerche, per dirla con le parole di Gaga, «dovrebbero aumentare la consapevolezza tra i medici e il pubblico sugli effetti nocivi dell'inquinamento nelle donne in gravidanza. Il danno ai feti e l’aumento del rischio di basso peso alla nascita può verificarsi anche al di sotto dei limiti attuali raccomandati dall’Unione Europea».
L'inquinamento fa male anche al cuore
INQUINAMENTO E SALUTE: SE NE PARLA A TERNI (E ARRIVA IL MANUALE)
Quali ricadute l'inquinamento genera sulla salute? La domanda è complessa e richiede una risposta a più livelli, che la Fondazione Umberto Veronesi proverà a fornire nel prossimo fine settimana, in occasione del convegno su inquinamento e salute in programma a Terni (è possibile iscriversi online al seguente link: https://tuttiperaria_incontro_inquinamentoesalute.eventbrite.it). Durante l’evento sarà presentato il nuovo Manuale «Inquinamento e salute», uno strumento che si propone di fornire risposte chiare, esaurienti e rigorose alle domande più comuni in tema di inquinamento, di esposizioni a sostanze o elementi nocivi sul luogo di lavoro, in casa e all’aperto. Il manuale sarà scaricabile gratuitamente dall'area download di questo sito a partire dal 1 ottobre.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).