Una ricerca americana durata 17 anni mostra che le persecuzioni tra bambini o adolescenti possono causare depressione, idee suicidarie , tendenza alla criminalità anche da grandi. Per fermare questi disturbi bisogna curare i ragazzini molto presto. Un ambulatori specifico e gratuito a Milano
Una ricerca americana durata 17 anni mostra che le persecuzioni tra bambini o adolescenti possono causare depressione, idee suicidarie, tendenza alla criminalità anche da grandi. Per fermare questi disturbi bisogna curare i ragazzini molto presto. Un ambulatorio specifico e gratuito a Milano
Le conseguenze del bullismo non spariscono con l’età. Non sempre, almeno. E stupisce apprendere, da una delle ricerche americane di più lungo periodo, che preoccupanti “conseguenze” persistono pure in chi fa il bullo, non solo in chi subisce. Tra i ragazzini (e ragazzine) che perseguitano i coetanei una volta adulti si riscontrerà, infatti, una percentuale quadruplicata di disturbi da personalità antisociale. Molti faranno anche “carriera” nella loro “specialità” – ci dicono esperti italiani – passando facilmente, da grandi, a praticare “mobbing” contro sottoposti e colleghi di lavoro.
META’ SCUOLA COINVOLTA - Che il fenomeno non sia marginale lo dimostra un’indagine Censis in Italia, del 2008: oltre il 49 per cento sono le classi toccate dal bullismo. La metà del totale. Ora nel Dipartimento di psichiatria e scienze del comportamento della Duke University studiosi guidati dal dottor William Copeland hanno seguito 1.420 ragazzi dai 9 anni ai 26, distinguendoli in vittime, vittime e autori del bullismo, solo bulli. Tra i primi è stato riscontrato da adulti, quando la “persecuzione” era cessata ormai da anni, livelli più alti del normale di depressione e ansia, addirittura una frequenza del disturbo di panico aumentata di 14 volte. Tra quelli classificati sia vittime sia a loro volta bulli, oltre ai disturbi dell’umore già citati, nell’età adulta spuntano idee di suicidio nel 25 per centro.
CONDANNE PRECOCI - La Procura di Milano ha informato recentemente che il 45 per cento di loro verrà poi condannato entro i 24 anni per almeno tre crimini. «La ricerca della Duke University non ci stupisce con i suoi numeri. La nostra esperienza la conferma», osserva la responsabile del primo Ambulatorio per le vittime del bullismo sorto dentro una struttura pubblica come l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, nel 2008. Una struttura multidisciplinare dove si possono prenotare visite gratuite (tel.63.63.29.03). Aggiunge la dottoressa Cecilia Sterpa, psicologa clinica, che vi lavora con psichiatri e pediatri: «Noi naturalmente vediamo solo le vittime delle persecuzioni a scuola perché i bulli di sicuro non cercano aiuto. L’unica prevenzione che si può attuare con loro è fatta di interventi sul gruppo classe». Incuriosisce la figura di adolescenti sia vittime sia bulli. Che profilo hanno? «Sono bambini molto provocatori, spesso con deficit dell’attenzione, e sono quelli a più alto rischio psicosociale. Subiscono angherie e hanno i sintomi classici delle vittime (compromissione della resa scolastica, ansia, depressione, disturbi del sonno) e a loro volta torturano altri compagni e presentono perciò l’antisocialità tipica dei bulli: furti, risse, vandalismi. Molti di questi disturbi, in tutti i ragazzi colpiti, possono diventare cronici ed irreversibili», continua la dottoressa Sterpa. «A meno che questi bambini e adolescenti non vengano trattati medicalmente. Perciò è importante un ambulatorio come il nostro».
UN AMICO PER CHATTARE - Per meglio intercettare il disagio da bullismo nel maggio del 2011 la dottoressa Sterpa e la sua équipe hanno inventato sul web la figura di Zheng, mitico navigatore cinese precedente all’era di Cristoforo Colombo, attraverso il cui richiamo, il suo ideale “dare la rotta” , è nato il primo servizio di ascolto e aiuto via chat tra coetanei. Ai ragazzi in difficoltà sotto i 20 anni che scrivono a Zheng rispondono infatti altri ragazzi un filo più grandi e, soprattutto, formati dagli specialisti dell’ambulatorio (www.zhengunamico.it). E a proposito di internet, dal Fatebenefratelli segnalano della pericolosità del cyber bullismo, la persecuzione elettronica via telefonini, mail, blog, messaggistica istantanea che ferisce non meno chi è preso di mira. «La vittima non rimane vittima solo una volta, ma rimane “catturata” dall’infinito spazio virtuale. E le foto o le parole della persecuzione diventano “immortali”, ineliminabili». Non sottovalutare mai il bullismo in tutti i suoi aspetti, è il messaggio che viene dagli esperti milanesi e dagli autori della ricerca americana. Anche qui la “diagnosi precoce”, e i conseguenti trattamenti precoci, sono l’antidoto raccomandato per non inficiare l’età adulta degli attuali ragazzini con bassa autostima, tristezza e/o aggressività.
UNO SU SEI E' “BULLA” - Da ultimo viene ricordato una dato che potrebbe stupire se non si avesse presente l’eco di tante notizie di cronaca: ogni sei bulli, uno è femmina. Le ragazze non disdegnano pugni e schiaffi – come appunto i giornali hanno più volte riferito – ma generalmente la loro persecuzione è d’ordine psicologico. Calunnie, isolamento, sgarbi, ricatti. Un metodo più sottile del bullismo dei maschi. Ma non meno tagliente e pericoloso.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.