Le malattie reumatiche infantili sono tante e difficilmente diagnosticabili. Nel bambino, i primi segnali su pelle, gonfiore alle articolazioni e rigidità nei movimenti. Terapie diverse rispetto all’anziano: oggi con i farmaci biologici si può aspirare a una remissione completa dei sintomi. Una campagna informativa ha preso il via per sensibilizzare soprattutto i genitori
Le si associa sempre alla terza età, ma le malattie reumatiche possono colpire anche i più piccoli: sono, infatti, 10 mila in media i bambini che ogni anno si ammalano. Ne parla l’APMAR, l’Associazione Persone con Malattie Reumatiche, che ha dato il via alla campagna di sensibilizzazione “Semplicemente guardarli” per imparare a riconoscere tempestivamente queste patologie rare. Cruciale, infatti, il coinvolgimento dei genitori nel captare i primi sintomi ma anche quello delle istituzioni per coprire carenze diagnostiche e assitenziali ancora presenti nelle regioni.
DIAGNOSI DIFFICILE
Se ne parla al plurale proprio perchè sono tante: la forma più diffusa è l’artrite idiopatica giovanile, che colpisce negli Usa un bambino su 1000 – non ci sono dati italiani – seguita da forme più rare e clinicamente complesse come la dermatomiosite giovanile, la sclerodermia, la spondiloartropatia giovanile, la malattia di Kawasaki, la poliartrite nodosa, il lupus.
Un elenco lungo ed eterogeneo dove «i sintomi sono aspecifici e possono portare a difficoltà diagnostiche», spiega Angelo Ravelli, responsabile Reumatologia interventistica dell’Ospedale Pediatrico Istituto Gaslini di Genova. Anche l’età di insorgenza può essere variabile: alcune malattie esordiscono già nei primi mesi di vita, altre verso gli 11 anni di età o in adolescenza.
ATTENZIONE ALLA CUTE
E’ la pelle smascherare una malattia reumatica. Rush cutanei, chiazze eritematose, emorragie puntiformi soprattutto sugli arti inferiori: senza una causa nota e accompagnati da febbre persistente e stanchezza cronica, indice di una reazione sistemica, possono suggerire ai genitori a rivolgersi al pediatra.
Da tenere d’occhio anche le articolazioni, soprattutto se una tumefazione o gonfiore nasconde rigidità nei movimenti dell’arto del bambino. «Un metodo per diagnosticarle c’è: la positività agli anticorpi anti-nucleo con un esame del sangue. Solo se associata a segni articolari o sulla cute, in loro assenza da sola non conferma la presenza di malattia reumatologica».
Da non confondere potenziali sintomi con i dolori della crescita, tipici dell’età evolutiva «che sono un fenomeno transitorio, oppure con il lieve indolenzimento articolare tipico dei bambini con legamenti lassi».
I FARMACI BIOLOGICI
Seppure accomunate da una reazione autoimmune che innesca infiammazione cronica a danno dei tessuti, diminuendone progressivamente la funzionalità, quelle dell’età evolutiva sono molto diverse dalle malattie reumatiche dell’adulto: per decorso e, quindi, terapia. I cortisonici, prescritti negli adulti, possono invece indurre un rallentamento nella crescita dei bambini, non più recuperabile.
I farmaci biologici di ultima generazione, che bersagliano in modo specifico i mediatori dell’infiammazione articolare, hanno cambiato la prognosi dei reumatismi infantili: un’alta percentuale di bambini assiste oggi alla remissione completa dei sintomi e torna a condurre una vita con minori limitazioni.
SI’ AI VACCINI
Trattandosi di malattie autoimmuni, viene spontaneo chiedersi se i bambini affetti da patologie reumatiche possano sottoporsi alle regolari vaccinazioni, numerose in questa fascia di età. Ci risponde Ravelli: «Non esistono evidenze che i vaccini possano innescare una malattia reumatica, perciò tutti i bambini possono essere vaccinati.
Il problema è nelle terapie: alcune danno immunodepressione, bloccando alcune vie del sistema immunitario eventualmente coinvolte nella risposta al vaccino. Si ritengono non controindicati, anche in caso di terapie, i vaccini di sintesi. Gli unici controindicati sono quelli sviluppati da organismi viventi o attenuati, come per morbillo e rosolia.»