Lanciato il nuovo progetto SAM per sensibilizzare il genere maschile sull’importanza dei controlli per prevenire le malattie dell’apparato urogenitale
A fare gli straordinari per andare dal medico è quasi sempre la donna: non perché si ammali più facilmente, ma perché più attenta al proprio stato di salute rispetto all’uomo. Un dato ribadito a più riprese dall’Istat, ma che oggi emerge anche da un sondaggio promosso sui siti di Sky Sport HD e «Il ritratto della salute». L’indagine è una delle attività inserite all’interno di SAM, il primo progetto della Fondazione Veronesi dedicato alla «salute al maschile».
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IL SONDAGGIO
Otto italiani su dieci non si sono mai fatti visitare da un urologo. Perché? «Non abbiamo problemi» e «siamo ancora giovani», le risposte più ricorrenti fornite dagli intervistati. Ma non solo. Gli uomini si vaccinano meno delle donne e di solito - ma questo non è sempre un errore - consumano meno farmaci. La conseguenza è piuttosto scontata. I maschi si presentano dal medico quasi sempre con disturbi in fase avanzata. «È il momento che anche l’uomo capisca quanto sia importante fare diagnosi precoce», ha affermato Umberto Veronesi nel corso della presentazione alla stampa di SAM. Il sondaggio, realizzato su oltre ventimila italiani, ha posto in risalto diversi aspetti che sottolineano come gli uomini tendano a trascurare il proprio corpo. Uno su quattro fuma regolarmente, solo il 35% segue un’alimentazione equilibrata. L’85% va dal medico «soltanto se è urgente e sto molto male», mentre è minima (15%) la quota di chi consulta lo specialista «per fare prevenzione».quasi sempre la donna: non perché si ammali più facilmente, ma perché più attenta al proprio stato di salute rispetto all’uomo. Un dato ribadito a più riprese dall’Istat, ma che oggi emerge anche da un sondaggio promosso sui siti di Sky Sport HD e «Il ritratto della salute». L’indagine è una delle attività inserite all’interno di SAM, il primo progetto della Fondazione Veronesi dedicato alla «salute al maschile».
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IL PROGETTO SAM
La campagna prevede una raccolta fondi per finanziare: almeno dieci borse di ricerca sui principali tumori uro-genitali (tre risultano già erogate, con un contributo complessivo di novantamila euro, ndr), e attività di divulgazione e sensibilizzazione riferite a un target eterogeneo (adolescenti, giovani uomini, adulti e anziani). A novembre sarà organizzata una giornata di porte aperte negli ambulatori degli urologi di tutta Italia, attraverso un accordo stilato con l’Associazione Urologi Ospedalieri (Auro) e la Società Italiana di Urologia Oncologica (Siuro), partner scientifici del progetto. «Oggi si registra un aumento preoccupante delle patologie maschili della sfera riproduttiva e sessuale - afferma Michele Gallucci, direttore dell’unità operativa complessa di urologia oncologica all’Istituto Tumori Regina Elena di Roma e presidente dell’Auro -. Si va dal varicocele, che riguarda circa un ragazzo su quattro dai 15 ai 25 anni di età, alle sempre più frequenti malattie sessualmente trasmissibili; dalla prostatite, che interessa circa un maschio su quattro sopra i 65 anni, all’ipertrofia prostatica benigna».
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TUMORI E STILI DI VITA
Oltre alle patologie sopra elencate, anche i tumori dell’apparato riproduttivo e urinario maschile risentono dello stile di vita. Dall’indagine condotta online è emerso che c’è una buona consapevolezza sull’azione protettiva giocata da una dieta equilibrata e da uno stile di vita attivo, ma meno della metà degli intervistati ha confessato «di sottoporsi a controlli di routine». Nonostante ogni anno siano oltre 36mila gli italiani ai quali viene diagnosticato un tumore alla prostata. Da non trascurare nemmeno i numeri riguardanti i tumori al testicolo (2.200) e alla vescica (più di ventimila diagnosi annue). I controlli, in quest’ultimo caso, vanno effettuati a partire dai quarant’anni: soprattutto se si ha familiarità per la malattia o se si avvertono disturbi della minzione.
GAP DA COLMARE
«Va colmata una lacuna: scaduta l’epoca pediatrica, una visita della pubertà è consigliata per verificare che non esistano problemi di sviluppo degli organi sessuali maschili - spiega Giario Conti, primario di urologia all’ospedale Sant’Anna di Como e presidente della Siuro -. Verso i 18 anni bisognerebbe controllare che lo sviluppo sia completo, che non compaiano alterazioni del pene e che non ci siano segni di tumore al testicolo, malattia che colpisce più frequentemente i giovani maschi. Dall’adolescenza in poi, gli uomini dovrebbero imparare sia a evitare stili di vita nocivi per la vita sessuale e riproduttiva sia a eseguire l’autopalpazione per tenere sotto controllo la salute degli organi genitali».
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).