E’ la proposta degli oncologi per garantire un migliore accesso alle cure. Ma è altrettanto importante sostenere la prevenzione per ridurre l’incidenza di almeno dieci tipi di tumore
Destinare un centesimo ricavato dalla vendita di ogni sigaretta per irrobustire un fondo nazionale destinato all’acquisto dei farmaci più innovativi impiegati in oncologia. La proposta, lanciata per la prima volta dagli esperti italiani nel 2012, è stata appena ribadita dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). «Considerato il numero dei fumatori, in questo modo potremmo avere 720 milioni di euro da destinare all’acquisto dei più recenti farmaci anticancro», afferma Carmine Pinto, direttore della struttura complessa di oncologia dell’Irccs Santa Maria Nuova di Reggio Emiliae presidente dell’Aiom.
SERVE UN FONDO PER I FARMACI PIU’ INNOVATIVI
Un’accisa sulle sigarette destinata al finanziamento delle nuove terapie in ambito oncologico. È questa, secondo la maggiore associazione di oncologi italiani, la proposta più efficace per rendere disponibili in maniera eterogenea i farmaci oncologici più innovativi. Una necessità che potrebbe riguardare un numero superiore di persone nei prossimi anni, dal momento che nell’ultimo lustro gli italiani che sono vivi dopo un tumore (a cinque anni dalla fine delle terapie) sono aumentati quasi del venti per cento: da 2,5 milioni (2010) a circa a tre (2015). Dunque per garantire a tutti i pazienti le nuove molecole, secondo l’Aiom, occorre istituire una riserva nazionale - dal 2010 ne esiste uno per tutti i farmaci di ultima generazione - dedicata esclusivamente ai farmaci antitumorali per i quali è riconosciuto il carattere di «innovatività». E nulla più dell’accisa sulle sigarette - oggi lo Stato ricava undici miliardi di euro dalla loro vendita - viene considerato efficace in tal senso.
TUTTI I DANNI PROVOCATI DAL FUMO DI SIGARETTA
QUANTO COSTANO I FARMACI ONCOLOGICI PER IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE?
Negli ultimi anni è cresciuto l’impatto economico delle terapie anticancro sul totale delle spese del SSN: dal 23,7 al 39 per cento fra il 2007 e il 2013. E per la prima volta, nel 2014, i farmaci antineoplastici e immunomodulatori si collocano in seconda posizione, subito dopo i trattamenti cardiovascolari, per impatto sulla spesa farmaceutica complessiva e al primo posto per spesa pubblica a carico del Servizio Sanitario Nazionale. E per questo che gli oncologi propongono al Governo di finanziare il fondo attraverso il gettito derivante dal tabacco. «La proposta è interessante, in gran parte condivisa e di immediata efficacia - commenta Maurizio Tomirotti, direttore dell’unità operativa di oncologia medica dell’ospedale Maggiore Policlinico di Milano e presidente del Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo) -.
Occorre però che parallelamente vengano introdotti provvedimenti che riconoscano l’innovazione di valore all’interno dei sistemi di rimborso. Solo così potremo garantire nel lungo periodo le cure migliori ai nostri pazienti e mantenere in futuro i risultati che oggi l’Europa ci invidia, senza incidere troppo sulle tasche degli italiani». Al momento rimane evidente la differenza di accesso ai farmaci oncologici innovativi su base regionale ed è questo uno dei punti su cui il fondo nazionale di oncologia vorrebbe intervenire. Obiettivo: ridurre le «migrazioni» sanitarie e garantire le migliori terapie a chi non ha nemmeno modo di scegliere strutture troppo lontane da casa per curarsi.
TUMORE AL POLMONE: 9 SU 10 DOVUTI AL FUMO
I fumatori in Italia sono 10,9 milioni: più uomini che donne (4,6, ma è un dato in crescita negli ultimi anni). Ognuno di essi consuma in media 13,1 sigarette al giorno, per un totale di circa 140 milioni ogni ventiquattro ore. E il fumo, inserito dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro nella lista dei cancerogeni di gruppo 1, è alla base di nove diagnosi su dieci di tumore al polmone (41mila soltanto nel 2015) e, più in generale, è considerato un fattore di rischio per almeno dieci forme di cancro. «Ben venga la proposta di una tassa di scopo, già avanzata negli anni scorsi durante la Giornata Mondiale contro il Tabacco che si celebra il 31 maggio - chiosa Roberto Boffi, responsabile del Centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano -. Questa andrebbe però introdotta non solo per curare i fumatori già malati di tumore, ma anche per sostenere la prevenzione, aiutare le persone a non fumare e a smettere se fumano, tuttora le armi più efficaci contro l'epidemia di tabacco». Precisazione doverosa, visto che in Italia il costo dei farmaci antifumo è a carico dei pazienti. Anche l’Agenzia Italiana del Farmaco appare propensa a mostrare il «disco verde» alla proposta giunta dagli oncologi italiani.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).