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Oncologia
Donatella Barus
pubblicato il 08-07-2021

Tumori del pancreas in aumento: è tempo di risposte globali



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Gli esperti avvertono: aumentano i casi e la gestione terapeutica resta molto complessa. Urgente investire in ricerca e lavorare sui fattori di rischio modificabili

Tumori del pancreas in aumento: è tempo di risposte globali

Il tumore del pancreas in aumento e senza valide risposte terapeutiche resta l’emergenza attuale per gli oncologi europei, che l’hanno segnalato come “osservato speciale” nel rapporto sulle stime di mortalità per tumore in Europa nel 2021 (insieme ai tumori del polmone nelle donne).

Parliamo di uno dei tumori che mostrano il numero di nuove diagnosi in crescita costante, la quarta causa di morte per cancro in Europa e, fra le forme di cancro più diffuse, è l'unico che non ha visto miglioramenti nelle chance di sopravvivenza negli ultimi trent'anni.

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I TUMORI DEL PANCREAS NEL MONDO

Quello che un tempo era considerato un tumore raro è diventato una malattia sempre più diffusa e sempre più pesante fra le cause di morte nel mondo. Secondo il rapporto Global Burden of Disease, fra il 1990 e il 2017 l’incidenza dei tumori del pancreas è aumentata di 2,3 volte e l’Europa occidentale è una delle regioni con i tassi più elevati.

 

L'INVECCHIAMENTO

Perché? Un primo dato importante è – paradossalmente – una buona notizia: perché viviamo più a lungo e ci difendiamo meglio contro altre malattie. Il carcinoma del pancreas infatti è legato all’invecchiamento (il rischio di morire per la malattia per un settantenne è circa 15 volte più alto rispetto a un trentenne) e la quota di popolazione con più di 65 anni nel mondo raddoppierà nell’arco di tre o quattro decenni. Ma l’età e la demografia non spiegano tutto, sottolineano gli epidemiologi.

 

FUMO E PESO IN ECCESSO

Anche i fattori di rischio modificabili giocano una parte importante: il fumo di sigaretta soprattutto, il consumo di alcolici, l’obesità e il diabete. E si tratta di fattori in aumento, tranne l’uso di tabacco in alcuni paesi, specie fra gli uomini. L’obesità in particolare preoccupa, con una prevalenza globale triplicata rispetto al 1975, secondo l’Organizzazione mondiale della salute, un cambiamento epocale e massivo che porterà conseguenze importanti sul piano della salute pubblica, compreso un effetto sulle diagnosi di tumori pancreatici, che si presentano con una frequenza dal 20 al 50 per cento più alta fra le persone obese.

 

LA SITUAZIONE IN EUROPA

Mentre tutti gli indicatori epidemiologici ci fanno prevedere che i casi di tumori del pancreas continueranno ad aumentare, gli oncologi tirano le somme e rilevano i progressi insoddisfacenti nelle terapie e nella diagnosi precoce. Secondo l’ultimo rapporto sulla mortalità per cancro in Europa, nel 2021 si conteranno oltre 84.000 vittime in Europa per tumori del pancreas. In Italia nel 2020 si stimano 14.300 nuove diagnosi e 12.400 vittime. Carlo La Vecchia, epidemiologo presso l’Università di Milano e primo autore dello studio, ha così commentato: «Fra i principali tumori, il cancro del pancreas è il quarto più comune e resta l’unico a non mostrare una riduzione nei tessi di mortalità negli ultimi trent’anni in Europa, tanto negli uomini quanto nelle donne. È importante che i governi e i decisori politici reperiscano risorse adeguate per la prevenzione, la diagnosi precoce e per la gestione del tumore pancreatico, al fine di migliorare questi trend nel prossimi futuro».

 

TERAPIE, RICERCA E PREVENZIONE

Le terapie per i tumori del pancreas restano complesse. Ha aggiunto il professor La Vecchia: «Se il tumore è scoperto in fase precoce è più semplice curarlo con efficacia, ma nella maggior parte dei casi si presenta già in uno stadio avanzato. Evitare il fumo e il consumo eccessivo di alcol, controllare il peso e il diabete sono i mezzi più importanti di cui disponiamo per prevenire la malattia, ma contano solo per una parte dei casi. Farmaci nuovi e mirati stanno portando qualche miglioramento nelle terapie, ma è difficile, al momento, quantificare il loro impatto potenziale».

In attesa di buone notizie dal mondo della ricerca, resta la consapevolezza che l'ottimismo non basta. Servono investimenti adeguati per sostenere gli studi su nuovi farmaci, su biomarcatori utili alla diagnosi precoce, sull'ottimizzazione delle terapie in centri specializzati. Servono investimenti adeguati sulla prevenzione, per incentivare abitudini alimentari sane e movimento, limitare l'uso di tabacco e aiutare chi vuole smettere di fumare (agire oggi significa impattare sulla qualità di vita e sui dati epidemiologici fra trent'anni).

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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