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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 04-06-2021

Tumore della prostata: medicina di precisione con 177Lu-PSMA-617



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Inizia anche per il tumore alla prostata l'era della medicina personalizzata. Utilizzando 177Lu-PSMA-617 si riduce il rischio di morte e progressione della malattia in fase avanzata

Tumore della prostata: medicina di precisione con 177Lu-PSMA-617

L'utilizzo del radiofarmaco 177Lu-PSMA-617 nei pazienti con tumore della prostata castrazione resistente, in aggiunta alla terapie convenzionali, è in grado di ridurre del 38% il rischio di morte a 4 mesi e del 60% il rischio di progressione rispetto alla terapia standard. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio presentato al congresso dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), il principale appuntamento mondiale dedicato alla lotta al cancro.

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07-09-2020
TUMORE DELLA PROSTATA, PRIMO PER DIAGNOSI 

Il tumore della prostata è una forma di cancro che si sviluppa nella ghiandola prostatica. In Italia, nel solo 2020, si sono registrate oltre 36 mila nuova diagnosi. Tra questi, il più isnidioso è il tumore della prostata resistente alla castrazione, una neoplasia che cresce nonostante l’utilizzo di trattamenti ormonali che abbassano il testosterone. Se in metastasi, questo tipo di tumore presenta una sopravvivenza del 30% a 5 anni dalla diagnosi. "Un risultato -spiega Sergio Bracarda, Direttore del Dipartimento Oncologico e della Struttura Complessa di Oncologia Medica e Traslazionale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni- d per sé già buono se si considera che solo 10 anni fa non si andava oltre i 6 mesi".

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MIGLIORARE LE TERAPIE

Nonostante i progressi nella cura del cancro della prostata, vi è un forte bisogno insoddisfatto di nuove opzioni di trattamento mirate per migliorare i risultati dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione. "L’impatto del tumore metastatico della prostata sulla quotidianità dei pazienti che sviluppano sintomi correlati alla malattia può essere importante, arrivando, in alcuni casi, a limitare la possibilità di dormire o camminare per il dolore" prosegue Bracarda. Ecco perché la ricerca è sempre al lavoro nel tentativo di invididuare nuove terapie per questa forma di cancro così complessa da trattare.

Da tempo, grazie al progresso nell'analisi delle caratteristiche dei tumori, è stato visto che oltre l'80% di queste neoplasie esprime in quantità elevate un biomarcatore chiamato "Antigene di Membrana Specifico della Prostata" (PSMA). Una caratteristica che ha consentito ai ricercatori di individuare possibili nuove strategie terapeutiche in grado di riconoscere selettivamente l'antigene e veicolare il farmaco solo dove serve.

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15-01-2020
UN RADIOFARMACO DI PRECISIONE

Una di queste è 177Lu-PSMA-617, un radiofarmaco capace di emettere radiazioni -e quindi distruggere le cellule- una volta legatosi al bersaglio PSMA. Nello studio VISION presentato ad ASCO gli uomini trattati con 177Lu-PSMA-617 in aggiunta al miglior standard di cura hanno ottenuto una riduzione del 38% del rischio di morte (beneficio medio di sopravvivenza globale di 4 mesi) e del 60% del rischio di progressione della malattia rilevata radiograficamente o di morte (beneficio medio di sopravvivenza libera da progressione di malattia di 5 mesi) rispetto al miglior standard di cura da solo.

"Con la studio VISION entriamo nell'era della medicina di precisione nel carcinoma della prostata  -spiega Giuseppe Procopio, Responsabile Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano-. Per la prima volta viene dimostrata l’azione antitumorale selettiva di un radiofarmaco, il lutezio, in pazienti con malattia in fase di resistenza alla castrazione. L’efficacia antitumorale del lutezio ha indotto un significativo vantaggio in sopravvivenza libera da progressione e globale in pazienti selezionati sulla base di un esame diagnostico innovativo quale la PET PSMA".

L'ACCESSO ALLE TERAPIE

Risultati importanti, quelli ottenuti nello studio, che potrebbero presto aprire le porte all'approvazione del nuovo radiofarmaco in quei pazienti che esprimono PSMA. Lo studio VISION per ora ha riguardato solo pazienti con alle spalle più linee di trattamento, ma sono già in corso studi per portare questo approccio nella fasi più precoci. A breve anche il nostro Paese comincerà l'iter per il programma di accesso per l’uso compassionevole -in attesa dell'approvazione definitiva- probabilmente già a partire dall’ultimo quadrimestre del 2021.  

 

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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