La tecnica è già in uso nei pazienti non operabili per migliorare l’assorbimento dei chemioterapici. I primi casi trattati a Napoli
L’approccio è piuttosto recente, anche se nei primi anni ha già restituito risultati confortanti. L’elettrochemioterapia è una nuova arma messa a disposizione dalla ricerca per la combattere i tumori. Inizialmente utilizzata per le metastasi cutanee o sottocutanee di alcuni tumori e per le neoplasie inoperabili della cute, l’opzione inizia a essere utilizzata anche contro il tumore del pancreas, una malattia oggi più diffusa (quasi 13mila le diagnosi effettuate nel 2013) e che lascia ancora poche possibilità di cure efficaci.
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UNA SCARICA ELETTRICA SU TUMORE
La procedura, effettuata in anestesia locale o generale, si basa sul principio per cui una cellula, una volta che viene esposta a un campo elettrico, vede aumentare di molto la sua permeabilità di membrana. Il trattamento, che dura pochissimi secondi, consiste nell’emissione, attraverso degli aghi, di scariche elettriche nella membrana tumorale. Il fenomeno, noto come elettroporazione, permette la diffusione di farmaci poco permeanti all’interno della cellula tumorale, aumentandone la concentrazione e la tossicità nei confronti delle cellule tumorali.
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PRIMI TEST A NAPOLI
Il passaggio è cruciale per accelerare l’assorbimento del chemioterapico (bleomicina o cisplatino) con cui viene trattato il paziente per cui la diagnosi è stata fin dal primo momento di tumore inoperabile. «In questo modo si possono avere concentrazioni anche ottomila volte superiori», spiega Francesco Izzo, direttore della struttura di oncologia chirurgica addominale dell’Istituto Pascale di Napoli, il primo in Europa ad aver trattato 13 pazienti colpiti da un tumore del pancreas con il nuovo approccio. Risultato? La regressione, se non addirittura la distruzione completa, dei noduli tumorali. Senza effetti collaterali. Laddove i chemioterapici convenzionali e i nuovi farmaci biologici non hanno dimostrato un miglioramento dell’efficacia, l’elettrochemioterapia si sta rivelando un’opportunità in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti.
I CORRETTI STILI DI VITA
DA ADOTTARE PER EVITARE I TUMORI
IL PROBLEMA DELLA DIAGNOSI
Gli esiti dei primi trattamenti sui pazienti colpiti dall’adenocarcinoma pancreatico in stadio avanzato sono stati pubblicati sull’European Journal of Inflammation pochi mesi fa. Incoraggianti i risultati raggiunti, sempre considerando la prognosi severa associata al tumore al pancreas dovuta anche alla frequente assenza di sintomi che rende tardiva la diagnosi.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).