Perdita di peso e aumento della glicemia tra le possibili spie della presenza della malattia. Un attento monitoraggio potrebbe essere utile ai fini della diagnosi precoce
La diagnosi precoce nel tumore del pancreas rimane ancora una "mission impossible". A causa dei sintomi spesso vaghi e della capacità di diffondersi rapidamente anche quando la massa tumorale è molto piccola, questa neoplasia viene diagnosticata spesso in fase tardiva quando intervenire risulta molto complicato. Da tempo la ricerca sta però tentando di identificare possibili segnali della malattia in fase precoce. Uno studio pubblicato sulle pagine di Plos One ha identificato nella perdita di peso associata all'aumento della glicemia una possibile spia di tumore del pancreas. Caratteristiche che sarebbero presenti addirittura 3 anni prima dell'effettiva diagnosi.
IDENTIKIT DEL TUMORE DEL PANCREAS
Il tumore del pancreas è una malattia caratterizzata dalla comparsa di cellule anomale nel tessuto pancreatico. In più dell'80% dei casi le neoplasie pancreatiche si sviluppano nel pancreas esocrino, ovvero nella porzione deputata alla produzione gli enzimi utili alla digestione. Circa il 75% di tutti i tumori del pancreas esocrino origina nella testa o nel collo del pancreas, il 15-20% nel corpo e il 5-10% nella coda. Ad oggi si calcola che in Italia, nel solo 2020, siano state oltre 14 mila le nuove diagnosi.
UN TUMORE DIFFICILE DA DIAGNOSTICARE E TRATTARE
Purtroppo, a differenza di altri tumori, quello del pancreas risulta essere il più letale. Tre quarti dei malati va incontro a decesso entro un anno dalla diagnosi e a 5 anni dalla scoperta della malattia sono vivi solo 8 pazienti su cento. Le ragioni di questo insuccesso sono molte: i sintomi nelle fasi iniziali della malattia non si manifestano oppure non sono sufficientemente specifici per suscitare sospetti, così spesso la neoplasia viene scoperta con troppo ritardo quando il tumore ha formato già molte metastasi. Non solo, per la natura stessa del tumore -particolarmente ricco di tessuto stromale- è difficile veicolare farmaci antitumorali al suo interno. Due caratteristiche che rendono il tumore del pancreas particolarmente difficile da trattare.
I POSSIBILI SEGNALI PRECOCI DELLA MALATTIA
Diagnosticare in tempo la malattia, sin dai primi stadi, permetterebbe di riuscire ad innalzare le percentuali di sopravvivenza a questo tumore. Ad oggi però non esiste alcun esame né segno clinico in grado di portare ad una diagnosi precoce. Una situazione di stallo che non deve però fare pensare che la ricerca sia ferma. Tutt'altro. Un recente studio pubblicato su Plos One ha mostrato che alcuni sintomi quali perdita di peso e aumento della glicemia, tipici della malattia già conclamata, possono iniziare a presentarsi sino a 3 anni prima della diagnosi. i ricercatori dell'Università del Surrey, in collaborazione con Pancreatic Cancer Action e l'Università di Oxford, sono arrivati a questa conclusione analizzando 8 mila pazienti con tumore del pancreas confrontandoli con oltre 34 mila individui sani.
In particolare dallo studio è emerso che la diagnosi di tumore era associata ad un forte calo di peso due anni prima della diagnosi e ad un aumento dell'emoglobina glicata addirittura dai 3 anni precedenti la malattia. Non solo, lo studio ha fatto emergere che la perdita di peso nelle persone con diabete è associata ad una maggiore probabilità di sviluppare la malattia rispetto agli individui non diabetici. In questi ultimi invece l'iperglicemia è risultata associata ad un aumentato rischio di tumore del pancreas rispetto alle persone con diabete.
NECESSARI ULTERIORI STUDI
Questi risultati, pur essendo da confermare in studi più ampi, suggeriscono l'importanza del monitoraggio dell'indice di massa corporea e delle glicemia quali possibili fattore in grado di predire la presenza della malattia. Emblematiche le parole di Simon de Lusignan, autore dello studio: «La nostra ricerca suggerisce che una forte e improvvisa perdita di peso principalmente nelle persone con diabete, così come un'iperglicemia, dovrebbero essere trattate con alti livelli di sospetto».
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.