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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 08-02-2013

OMS: così potremmo salvare 1,5 milioni di persone dal cancro



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Nei prossimi 25 anni le diagnosi di cancro raddoppieranno. L'obiettivo dell'OMS è salvare almeno 1 milione e mezzo di vite ogni anno. Ecco l'appello lanciato dagli oncologi per raggiungere il risultato

OMS: così potremmo salvare 1,5 milioni di persone dal cancro

Oggi, lunedì 4 febbraio, si celebra la “Giornata Mondiale contro il Cancro”. L'occasione per fare il punto della situazione e decidere le nuove strategie future nella lotta ai tumori. Un'esigenza pressante a cui i Governi di tutto il mondo non possono più sottrarsi. Secondo le ultime stime infatti il numero di nuovi casi diagnosticati ogni anno raddoppierà nei prossimi 25 anni e raggiungerà i 22 milioni nel 2030. E' osservando queste cifre spaventose che oggi, proprio nella giornata mondiale, i maggiori esperti oncologi di tutto il mondo hanno lanciato un appello ai Governi affinché prendano misure urgenti per contrastare il drammatico aumento dei malati di cancro.

COSA E' STATO FATTO

Letti in questo modo i dati sembrerebbero lasciare poco spazio alle interpretazioni. Cosa è stato fatto in tutti questi anni per combattere il cancro? E' possibile che la scienza non sia riuscita a trovare una soluzione al problema? Come spiega Umberto Veronesi, «Oggi arriviamo a guarire circa il 60 per cento dei tumori, contro il 40 di 40 anni fa. Certo, la percentuale va letta tenendo conto della complessità e diversità del cancro: ci sono molti tumori, come quelli del seno, che possiamo guarire fino al 90 per cento dei casi, e pochi altri per i quali siamo pressoché impotenti. Ciò che fa la differenza è innanzitutto la diagnosi precoce, come ci dimostrano i quattro big killer: il tumore del polmone, del colon, del seno e della prostata».

OBIETTIVI

Nello scorso mese di maggio si è riunita l'Assemblea Mondiale della Sanità. Al tavolo della discussione i diversi rappresentanti hanno concordato all’unanimità di voler ridurre del 25% la mortalità prematura per malattie non trasmissibili entro il 2025. Nel caso del cancro ciò significherebbe salvare almeno 1,5 milioni di vite all’anno. Un obiettivo che, a detta degli esperti, difficilmente potrà essere raggiunto con le attuali strategie messe in atto in campo sanitario.

COSA RIMANE DA FARE

Come uscire dunque da questo stato di impasse? A questa domanda hanno cercato di dare una risposta gli esperti (medici, ricercatori, industriale e pazienti) riunitisi lo scorso ottobre nel World Oncology Forum, meeting promosso dalla European School of Oncology (ESO). Una riunione dalla quale è scaturito un appello, presentato oggi, rivolto a tutti i governi. «Non c’è più tempo da perdere» afferma Franco Cavalli - Presidente del WOF e del Comitato Scientifico della ESO. «Il cancro è una delle principali cause di morte ovunque nel mondo e il numero di nuovi casi è in così rapido aumento che ci aspettiamo che raddoppi nell’arco dei prossimi 25 anni. Lanciando questo appello non vogliamo solo sensibilizzare i leader mondiali al problema del cancro: stiamo presentando un concreto piano d’azione che ovunque può essere messo in atto e fare realmente la differenza».

I PUNTI FONDAMENTALI

La strategia per giungere all'obiettivo dichiarato dall'OMS si divide in 4 punti principali. Prevenire i tumori prevenibili, dichiarando guerra al fumo, di gran lunga la principale causa di cancro in tutto il pianeta, estendendo a tutti i Paesi le misure anti-tabacco. Non solo, attuare strategie scientificamente valide, compresi i vaccini, per combattere i tumori causati dalle infezioni. Curare i tumori curabili, elaborando, per i tumori più facilmente diagnosticabili e curabili, e gravati da pesanti ripercussioni sociali, specifici programmi di diagnosi precoce. Sostenere chi convive con il cancro, dando a tutti i malati l’accesso ad un controllo del dolore ottimale. Accelerare la ricerca di cure per i tumori attualmente incurabili, sostituendo al modello attualmente impiegato per lo sviluppo di nuove terapie, ormai superato, più efficienti forme di collaborazione pubblico-privato, in grado di accelerare lo sviluppo di terapie economicamente accessibili e realmente vantaggiose per i pazienti di tutto il mondo. Solo così riusciremo a centrare l'obiettivo.

Daniele Banfi

@danielebanfi83

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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