La testimonianza di Giacomo Sintini, grande pallavolista della nazionale italiana colpito lo scorso anno da tumore. Ecco la sua straordinaria storia
Quando sei giovane pensi che la morte appartenga solo agli anziani. Un qualcosa di fortunatamente lontano a cui non prestare troppa attenzione. Se poi sei uno sportivo, magari professionista e di alto livello, il pensiero ti sfiora ancora meno. In fondo puoi realizzare molte cose, avere successo ed essere in splendida forma fisica. Di colpo però il cielo che hai sopra la testa ti si può capovolgere in un istante quando scopri di avere un tumore. Ma dopo tanta fatica e grazie alla ricerca può anche ritornare al suo posto. E' questo il caso di Giacomo “Jack” Sintini, pallavolista ed ex-campione d'Italia, che ha da poco vinto il terribile linfoma che lo aveva colpito ed ora si appresta a tornare sul campo proprio come prima della malattia.
AVERE TUTTO
Jack, così lo chiamano i suoi tifosi, ha iniziato a giocare a pallavolo all'età di 14 anni. Un talento, il suo, che lo ha portato già ai 18 a calcare i campi della serie A. Ha indossato le maglie dei più prestigiosi club vincendo anche il campionato italiano. Non solo, nominato miglior palleggiatore della stagione 2005, è stato per anni nel giro della nazionale italiana. «Si può certamente dire – spiega Jack- che non mi mancava proprio nulla. Un gran bel lavoro, ottimi guadagni, risultati soddisfacenti e una bellissima famiglia. Una situazione davvero invidiabile».
LA MALATTIA
Ad aprile dello scorso anno però tutto cambia. Jack non è più quello di prima, ha continui dolori a livello delle costole e della scapola. Bastano pochi esami per capire che la situazione è davvero grave. «I forti dolori che sentivo -ci spiega Jack- erano dovuti a delle continue microfratture nelle costole. Ma i traumi dello sport non c'entravano nulla. All'interno di un osso era presente una lesione tumorale in continua crescita capace di assottigliarmi sempre di più le costole e causarmi forti dolori. Si trattava di un linfoma al IV stadio di sviluppo».
LA REAZIONE
Una diagnosi spietata capace di mettere KO chiunque, anche un tipo forte come Giacomo Sintini. «E' tutto finito. Non puoi che pensare così quando ti dicono che hai un cancro. Gli ematologi mi avevano confermato che la situazione era abbastanza grave. Io e la mia famiglia rimanemmo pietrificati, completamente in preda allo sconforto» spiega Sintini. Una reazione umana, quella di Jack, comune a chiunque si trovi in una situazione del genere. Ma lentamente lo sconforto si è tramutato in determinazione. «Ho subito ben 7 cicli di chemioterapia. L'ultimo – continua Sintini- si è concluso a dicembre dello scorso anno. E' stata durissima, sia fisicamente che mentalmente. Ci sono stati momenti di alti e di bassi ma è grazie alla mia famiglia, alla fede e alla determinazione a voler ritornare sui campi di serie A, se ora sono qui a raccontare la mia storia».
I CAMBIAMENTI
Una malattia come quella di Sintini non può non segnarti. Ma il segno in questo caso è in positivo. «Quando vai molto vicino alla morte in te c'è una grande chiarezza sia nella mente che nel cuore. Capisci che le cose che contano veramente sono poche, si contano sulle dita di una mano. Le restanti sono tutte create dalla nostra testa. L'importanza della vita, dello stare con tua moglie e tua figlia, con le persone che ami, non hanno prezzo. Ma oltre a tutto ciò ho capito che esiste un mondo parallelo, quello dei tantissimi malati, che quando sei in salute non sai nemmeno che possa esistere» spiega Jack.
LA RICERCA
Ma la storia di Sintini non finisce qui. La circostanza della malattia lo ha portato a prendersi a cuore il mondo della ricerca. «Insieme a mia moglie, una persona straordinaria, abbiamo deciso di fondare l'associazione Giacomo Sintini per sostenere la ricerca scientifica. La ricerca è fondamentale e ci sono ancora tantissimi passi da fare. Senza di essa io non sarei qui. Ma l'obiettivo non è solo raccogliere fondi. Attraverso l'associazione voglio fare capire a tutti i malati che vincere il cancro si può: se ce l'ho fatta io, ce la può fare chiunque!» conclude Sintini.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.