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Oncologia
Redazione
pubblicato il 12-03-2025

Così la fisioterapia aiuta i pazienti in cura per una leucemia



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Un programma di riabilitazione mirata con la fisioterapia aiuta i malati pazienti con leucemia a recuperare autonomia, forza, resistenza, autostima. Utile anche a familiari e caregiver

Così la fisioterapia aiuta i pazienti in cura per una leucemia

L’utilità della fisioterapia per i pazienti oncologici è ormai ben documentata e sempre maggiore attenzione viene data anche all’ambito particolare delle malattie ematoncologiche. In particolare, la leucemia mieloide acuta (LMA) è una patologia complessa che richiede un trattamento intensivo, spesso accompagnato da significativi effetti collaterali che impattano sulla qualità di vita del paziente.

E proprio in questo contesto la fisioterapia gioca un ruolo cruciale, aiutando i pazienti a recuperare forza, autonomia e benessere psicologico. Ne parliamo con il dottor Alfredo Fioroni, Direttore dell’U.O.C. Medicina Fisica e Riabilitativa presso l’Ast di Ascoli Piceno.

 

DI CHE COSA HANNO BISOGNO I PAZIENTI?

Come si sviluppa un percorso fisioterapico per i pazienti con una LMA, leucemia mieloide acuta? «Ci vuole un approccio attento e multidisciplinare – spiega Fioroni -. Il primo passo è una valutazione fisiatrica preliminare, che ci permette di analizzare lo stato clinico generale del paziente e le eventuali malattie concomitanti. Questo passaggio è fondamentale per redigere, insieme a un team interprofessionale, il Progetto Riabilitativo Individuale (PRI). Il PRI rappresenta lo strumento operativo che integra tutti gli interventi previsti per il paziente e delinea un piano di esercizi personalizzato e sicuro».

 

CHE COSA OCCORRE CONSIDERARE?

Ci sono diversi fattori che vanno presi in considerazione nella progettazione del progetto riabilitativo:

  • La fase della malattia: durante le fasi acute, l'attività fisica può essere limitata, mentre in remissione si può incrementare l’intensità degli esercizi;
  • Gli effetti collaterali dei trattamenti: chemioterapia e radioterapia possono causare affaticamento e nausea, influenzando la tolleranza all’esercizio;
  • Le condizioni di salute preesistenti: comorbidità come patologie cardiache o articolari possono incidere sulla scelta degli esercizi;
  • Il livello di fitness iniziale: si valutano forza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità.
  • Le preferenze del paziente: un programma personalizzato migliora la motivazione e l’aderenza.

«Dopo la valutazione iniziale – prosegue Alfredo Fioroni - il fisioterapista definisce insieme al paziente obiettivi realistici e seleziona esercizi mirati, come attività aerobiche leggere, esercizi di mobilità articolare e di rinforzo muscolare. La frequenza e la durata delle sessioni vengono regolate in base alla tolleranza individuale e il progresso viene monitorato costantemente».

 

QUALI SONO I BENEFICI POSSIBILI?

La fisioterapia aiuta a migliorare forza e resistenza nei pazienti con LMA, provati dagli effetti della patologia e da quelli delle terapie. «Un programma di esercizi graduali permette di recuperare la funzionalità muscolare e migliorare la qualità di vita. Gli esercizi di respirazione, ad esempio, permettono di ottimizzare l’ossigenazione, le attività di rinforzo muscolare con elastici o pesi leggeri e le attività aerobiche come la camminata aiutano a migliorare la resistenza cardiovascolare».

Con un programma ben strutturato, si può impattare su vari aspetti della vita quotidiana, ad esempio migliorare l’autonomia, ridurre l’affaticamento, prevenire le complicanze come cadute, infezioni polmonari e trombosi, ma anche migliorare l’umore e ridurre ansia e depressione.

«La fisioterapia non è solo un recupero fisico, ma un supporto alla qualità di vita complessiva del paziente» conferma l’esperto.

 

QUAL È L’IMPATTO DELLA FISIOTERAPIA SUL BENESSERE PSICOLOGICO?

La fisioterapia ha un impatto profondo anche sul benessere psicologico dei pazienti con LMA, tiene a sottolineare il dottor Fioroni: «Il recupero della funzionalità fisica aumenta l’autostima e la percezione di controllo sulla malattia. Inoltre il miglioramento dell’immagine corporea e il raggiungimento di piccoli obiettivi motori migliora l’umore e riduce lo stress». Anche la stessa interazione sociale con professionisti sanitari e, in alcuni casi, altri pazienti, gioca un riolo importante. «Numerosi studi dimostrano che l’attività fisica regolare ha un impatto positivo sull’umore e aiuta a gestire l’ansia e la depressione, elementi critici nei pazienti oncologici» ricorda Fioroni.

 

QUAL È IL RUOLO DI FAMILIARI E CAREGIVER?

Il progetto riabilitativo non si limita al paziente, ma include le persone a lui vicine: «I familiari e i caregiver sono parte integrante del team riabilitativo. Il loro supporto motivazionale, emotivo e pratico è essenziale per il successo del percorso fisioterapico». Che cosa è utile sapere per chi si occupa di un malati di leucemia? Alcuni consigli pratici per i caregiver includono:

  • Incoraggiare il paziente ricordando i benefici della fisioterapia
  • Celebrare i piccoli progressi per mantenere alta la motivazione
  • Accompagnare alle sedute e fornire assistenza nell’esecuzione degli esercizi a casa
  • Monitorare i progressi e mantenere un dialogo costante con il fisioterapista
  • Curare anche il proprio benessere, cercando supporto se necessario.

 

COME SI INTEGRA LA FISIOTERAPIA CON LE ALTRE TERAPIE PER LA LMA?

Spiega Alfredo Fioroni: «La fisioterapia è complementare ai trattamenti oncologici e aiuta a gestire gli effetti collaterali della chemioterapia e radioterapia. Durante il trattamento, lavoriamo per ridurre la debolezza muscolare e l’affaticamento. Dopo il trattamento, il focus è sulla riabilitazione per migliorare l’autonomia e prevenire complicanze come rigidità articolari o infezioni polmonari». È importante però che non sia relegata ad un ruolo secondario, ma una parte importante a pieno titolo integrata nel percorso terapeutico.

 

COME ACCEDERE AI SERVIZI DI RIABILITAZIONE?

È bene consultarsi con il team di cura e con il medico di medicina generale. A seconda dei modelli organizzativi, l’impegnativa del medico permette di accedere ad una valutazione fisiatrica e alla definizione del percorso riabilitativo con personale specializzato.


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