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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 05-06-2019

Cancro, cure e prevenzione: l'importanza del Sistema Sanitario Nazionale



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Negli Stati Uniti sopravvivere o meno ad un mieloma multiplo può dipendere dalla copertura sanitaria che si possiede. Grazie invece all'Obamacare sempre più donne riescono ad anticipare la diagnosi di tumore all'ovaio. I risultati presentati ad ASCO

Cancro, cure e prevenzione: l'importanza del Sistema Sanitario Nazionale

Premessa: i dati riguardano gli Stati Uniti e dovrebbero farci riflettere circa il nostro Sistema Sanitario Nazionale. Nel mieloma multiplo non avere una copertura sanitaria adeguata incide pesantemente sull'esito delle cure. Chi può permettersi i migliori trattamenti tramite assicurazione privata ha il 59% di possibilità in più di sopravvivere alla malattia rispetto a chi ha una copertura base. Ad affermarlo è uno studio presentato al congresso dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), il principale appuntamento mondiale dedicato alla lotta al cancro.

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SISTEMA UNIVERSALISTICO E SISTEMA PRIVATO

A differenza del nostro Paese, dove il Sistema Sanitario Nazionale è di carattere "universalistico" e quindi capace di garantire l'assistenza sanitaria a tutti i cittadini, negli Stati Uniti - eccetto alcuni piani base dedicati agli anziani e ai meno abbienti - tutto si svolge ricorrendo alla stipula di polizze private. Ecco perché, a seconda delle caratteristiche dell'assicurazione stipulata, le cure possono essere più o meno all'avanguardia. Una disparità di accesso che si ripercuote pesantemente sull'esito finale delle terapie.

SENZA COPERTURA SANITARIA LE PROBABILITA' DI SOPRAVVIVERE CALANO DRASTICAMENTE

Un esempio di quanto sia grande la disparità entro la stessa malattia è quello del mieloma multiplo, un tumore del sangue che secondo l'Associazione Italiana Registro Tumori (Airtum) colpisce all’incirca 4300 persone ogni anno. Per verificare quanto una determinata copertura sanitaria impattasse sulla sopravvivenza alla malattia, i ricercatori della University Hospitals Seidman Cancer Center di Cleveland hanno monitorato quasi 118 mila pazienti affetti da mieloma multiplo tra il 2005 e il 2014. Dalle analisi è emerso che avere un'assicurazione porta ad un aumento delle probabilità di sopravvivere alla malattia del 59% rispetto ai pazienti con copertura base "Medicaid". Percentuale che arriva al 62% quando le persone non possiedono alcuna copertura. Dalle analisi emerge anche che se il reddito supera i 46 mila dollari annui le percentuali di successo delle terapie sono maggiori del 16% rispetto a chi guadagna meno di quella cifra. Non solo, lo studio ha posto anche l'accento sulla qualità degli ospedali: quando ci si rivolge a strutture affiliate alle università -luoghi dunque dove la ricerca è maggiore- la sopravvivenza è superiore al 49% rispetto a chi si rivolge presso ospedali non universitari.

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CON L'OBAMACARE PIU' DIAGNOSI DI TUMORE ALL'OVAIO IN FASE PRECOCE

Durante ASCO non si è parlato però solo di accesso alle terapie. In un altro studio presentato ad ASCO i ricercatori hanno dimostrato come l'introduzione dell'affordable care act, la legge quadro del sistema sanitario introdotta dall’amministrazione di Barack Obama nel 2010, abbia impattato positivamente sulla diagnosi precoce - e dunque sulla sopravvivenza - nelle donne con tumore all'ovaio, una neoplasia che nei casi in cui è diagnosticata in fase iniziale presenta una sopravvivenza a 5 anni di oltre il 70%. Percentuale che scende a 30% quando la diagnosi avviene molto tardi. Con l'introduzione della riforma Obama la percentuale di persone senza assicurazione è calata dal 16% al 12% dal 2010 al 2016. Dalle analisi dei registri tumori è emerso che grazie alla possibilità di potersi rivolgere ad un medico, la percentuale di tumori dell'ovaio diagnosticati in fase precoce è salita del 2,5%. I due scenari descritti durante ASCO mostrano ancora una volta la profonda differenza tra il nostro Sistema Sanitario Nazionale e quello basato sulla copertura assicurativa. Un sistema invidiato da tutto il mondo che riesce ancora a conciliare qualità a copertura sanitaria per tutti. Una caratteristica tutt'altro che scontata.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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