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Neuroscienze
Redazione
pubblicato il 08-02-2012

SLA: al via la sperimentazione con le cellule staminali



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Dopo nove anni di attesa finalmente parte la sperimentazione clinica di staminali adulte su pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Risultati sull'efficacia non prima di un anno

SLA: al via la sperimentazione con le cellule staminali

Dopo nove anni di attesa finalmente parte la sperimentazione clinica di staminali adulte su pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Risultati sull'efficacia non prima di un anno

Ci siamo: dopo anni di attesa può finalmente partire la sperimentazione che prevede l'utilizzo di cellue staminali adulte per provare a curare la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Ad annuciarlo è Angelo Vescovi, direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio di San Giovanni Rotondo e professore di Biologia Cellulare all'Università di Milano-Bicocca.

SLA IN CIFRE- E' una malattia neurodegenerativa che porta alla lenta e progressiva perdita della muscolatura. Ciò avviene perché alcuni motoneuroni, ovvero cellule in grado di stimolare il muscolo a contrarsi, muoiono per ragioni ancora poco chiare. Ogni anno in Italia la SLA colpisce circa 3 persone ogni 100 mila ed affligge attualmente più di 4 mila persone. Nel 10% dei casi si tratta di una malattia ereditaria ma solo in un terzo di essi sono noti i geni responsabili. Il 90% dei malati sono invece affetti da SLA sporadica, ovvero senza alterazioni genetiche riconosciute. Diagnosticare la SLA è spesso difficile poiché la valutazione si basa sulla progressione dei sintomi e questo comporta che la diagnosi avvenga anche un anno dopo l'esordio della malattia, riducendo così le possibilità di un rapido intervento terapeutico.

CAUSE DELLA SLA- Allo stato attuale le ipotesi più accreditate per spiegare la degenerazione dei neuroni sono tre: un danno di tipo eccitotossico, ovvero tossicità neuronale dovuta all'esposizione ad alte concentrazioni di acido glutammico, un danno di tipo ossidativo, ovvero derivante dalla formazione di radicali liberi in eccesso e un danno dovuto all'accumulo di proteine alterate che il neurone non è in grado di eliminare efficacemente. Tra i diversi fattori di rischio che concorrono allo sviluppo della malattia vi sono poi l’esposizione a metalli, attività fisica, sport, traumi, fumo e alcool.

LA RICERCA- L'innovativa sperimentazione, che al momento è comunque in fase I, punta a verificare che l'iniezione di cellule staminali adulte a livello del midollo sia priva di effetti collaterali. «Ovviamente contiamo anche di vedere qualche effetto in termini di efficacia, ma non possiamo ancora parlare di una nuova “cura” per una malattia così drammatica» spiega Vescovi. E proprio a proposito dell'efficacia la sperimentazione mirerà anche a comprendere se le staminali, oltre a sostituire le cellule danneggiate, riescano a creare un ambiente favorevole alla rigenerazione delle strutture malate. Per ora le staminali verranno iniettate a Terni, sede della “banca” dove vengono prodotte, perchè non esiste ancora un protocollo per spedirle ad altri ospedali anche se la speranza per il gruppo di ricerca del professore milanese è quella di riuscire a fornirle a tutti i gruppi interessati nel mondo. I risultati della sperimentazione, che prevede l'arruolamento di 18 malati, non saranno disponibili prima di un anno.

Daniele Banfi


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