I timori su una maggiore diffusione della droga, una volta ammessa per uso medico, smentiti da una ricerca Usa su un milione di ragazzi di 13-18 anni
Fra le ragioni addotte contro la legalizzazione della marijuana per uso medico c’è sempre stata la paura di diffonderne l’uso a scopo ricreativo tra i giovanissimi. Ora un’ampia ricerca americana sembra smentire questo timore. L’indagine, comparsa su The Lancet, ha esaminato un milione di adolescenti (13-18 anni) in diversi stati contigui degli Usa e in un periodo di 24 anni (1991-2014). Prima e dopo l’emanazione delle leggi che permettevano, l’uso a scopo terapeutico della cannabis non è stato rilevato nessun aumento della diffusione tra i ragazzi. Certo, i canali medici e i canali della droga da strada sono diversi, ma si temeva comunque, e tanti temono tuttora, che in ogni caso la marijuana divenga più accessibile, nel senso che ne circola di più e potrebbe divenire più “accettabile”.
IN CHE MODO SI ASSUME LA CANNABIS TERAPEUTICA?
SCIENZA E PREGIUDIZIO
Scrivendo un commento all’ampia ricerca condotta dalla professoressa di Epidemiologia alla Columbia University, Deborah Hasin, un esponente della Divisione per l’abuso di alcool e droga, il dottor Kevin Hill, ha dichiarato: «Anche altri studi hanno confermato questi risultati, per cui le decisioni future sull’uso terapeutico della marijuana dovrebbero tener conto di queste evidenze. E l'uso della scienza per sfatare le convinzioni puramente ideologiche deve restare un punto fermo della ricerca sulle politiche per la marijuana». In Italia l’uso della marijuana a scopo curativo, tra cui la terapia del dolore ma non solo, è legale e a produrla sul nostro suolo è solo l’Esercito in una struttura vicino a Firenze.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.