La conferenza the Future of Science, che si svolgerà a Venezia dal 18 settembre, vedere riuniti alcuni fra i più eminenti scienziati al mondo per discutere la mente umana. Il quarto contributo è di Tomaso Poggio
La visione e l’azione rappresentano problemi che sono molto difficili da un punto di vista computazionale, cioè da riprodurre con un computer, e in effetti non sono quasi mai state riprodotte. Abbiamo macchine che battono gli uomini al gioco degli scacchi, fanno diagnosi mediche migliori, gestiscono il commercio di stock con maggiore efficienza, ma non abbiamo una sola macchina che sappia sostituire un cuoco o un giardiniere. Siamo di fronte ad un paradosso abbastanza interessante: quello che è facile per un computer è difficile per noi e viceversa. Questo per l’azione.
Per fermarci alla visione, non è esagerato dire che è una forma di intelligenza. “Vedere” è veramente “capire”. È il frutto di molta più evoluzione che l'intelligenza dedicata alla logica e al linguaggio. Comunque stiamo finalmente ottenendo qualche successo pratico nella robotica e nella visione. Cominciamo ad avere strabilianti macchine per la visione: per esempio, sistemi che danno alle automobili la capacità di vedere. Tuttavia nessuno di questi sistemi può ancora essere davvero definito intelligente né conosciamo ancora il giusto approccio che possa condurre ai computer intelligenti. Io sostengo che il miglior metodo per capire la mente, il cervello e come costruire l’intelligenza artificiale consista nel combinare la scienza del computer con le neuroscienze e le scienze cognitive. Abbiamo provato un modello basato sul cervello in varie scene complesse. In una per esempio la macchina doveva riconoscere auto, pedoni, cartelli stradali e così via. Ebbene, il modello diede più o meno gli stessi risultati dei soggetti umani e fece anche gli stessi tipi di errore che fanno gli uomini guardando una scena poco chiara.
Questo ed altri risultati ci hanno detto che un modello ispirato alla biologia riflette davvero come il cervello umano ‘processa’ le informazioni della visione e che la soluzione della natura, la soluzione biologica, è molto più potente delle soluzioni suggerite dalla nostra meccanica e simili. Tutto questo mi ha convinto che potremmo essere davanti a una svolta: le neuroscienze oggi per la prima volta possono forse dirci abbastanza sul cervello da rendere possibile simularlo sui computer. Fino alla creazione dell’intelligenza artificiale.
Tomaso Poggio
Professore presso il MIT di Boston, Dipartimento di Scienze Cognitive
Il suo intervento alla Conferenza mondiale The Future of Science, Venezia, 18-20 settembre 2011