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Neuroscienze
Redazione
pubblicato il 01-03-2022

Dopo l'ictus un paziente su 3 a rischio depressione



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La depressione post ictus è una complicanza sottovalutata per molti pazienti. Va riconosciuta e trattata il prima possibile

Dopo l'ictus un paziente su 3 a rischio depressione

L’ictus cerebrale spesso trascina con sé una grave complicanza: l’ombra oscura della depressione. E non succede raramente: in un terzo dei casi. Il problema è che viene largamente sotto-diagnosticata e, dunque, non curata. Per questo motivo l’associazione A.l.i.ce Italia (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale) diffonde un documento di sensibilizzazione sul tema.

 

LA DEPRESSIONE POST ICTUS

Nel documento viene ricordato che la frequenza della depressione è più alta nel primo anno dopo l’ictus, fino a raggiungere il 55 per cento dei pazienti. Dopo per fortuna tende a ridursi o in maniera spontanea o per effetto della terapia antidepressiva. Ma c’è anche la possibilità che diventi cronica, tanto che pure a tre anni di distanza si può rilevarla nel 20-30 per cento delle persone. Non finisce qui. Perché la Depressione Post Ictus (Psd o Post Stroke Depression) è imprevedibile, può presentarsi diverso tempo dopo l’ictus e permanere a lungo. E’ ancora più difficile, così, risalire all’esordio.

 

LE CONSEGUENZE DELLA DEPRESSIONE

A.l.i.ce è una Federazione di associazioni di volontariato diffuse su tutto il territorio nazionale, membro di enti internazionali come il Wso e il Safe, e tra i suoi scopi ha la divulgazione delle scoperte e implicazioni della ricerca sull’ictus cerebrale. Funzione più che importante data la scarsa notorietà che ha l’evento ictus seguito da depressione e il fatto che le persone con la Psd hanno un maggior tasso di mortalità, declino cognitivo, più alti livelli di disabilità e più bassa qualità della vita. Lo stato dell’umore, dunque, influenza non solo il recupero motorio, ma anche il rischio di morte per un successivo evento cardio-cerebrovascolare.

 

QUANTO CONTA LA SEDE DELLA LESIONE?

Il dottor Massimo Del Sette, direttore U.o.c. Neurologia Policlinico San Martino Irccs di Genova, è lo specialista scelto per rispondere a domande e dubbi. Per il subentrare della depressione conta in quale parte del cervello colpisce l’ictus? «Non è ancora chiara la correlazione tra depressione e sede della lesione provocata dall’ictus – esordisce il neurologo. – Il dibattito è ancora in corso. Da diversi studi emerge che le lesioni a livello della corteccia frontale sinistra si associano più di frequente a Psd rispetto alle localizzazioni posteriore o emisferiche destre. E’ stata anche descritta una correlazione inversa tra distanza della lesione dal polo frontale e gravità della depressione in quanto le lesioni più vicine al polo frontale sarebbero responsabili di una sintomatologia depressiva più grave».

 

I FATTORI DI RISCHIO

Quali sono i fattori di rischio per Psd? Ci sono tre principali categorie di fattori di rischio:

  • 1) fattori già presenti prima dell’ictus: genere femminile, storia personale di malattia psichiatrica (in particolare depressione), altri disturbi del carattere e della personalità
  • 2) fattori correlati alla lesione vascolare cerebrale: ictus di grandi dimensioni o multipli, sede nelle regioni frontali oppure nelle strutture cerebrali profonde
  • 3) fattori che compaiono dopo l’ictus: elevata disabilità post-ictus, presenza di deficit del linguaggio, presenza di isolamento sociale.
 

I SINTOMI E I SEGNALI UTILI

Come identificare la Psd? Medici, pazienti e soprattutto i parenti devono essere consapevoli dell’esistenza di questo problema, che non va sottovalutato e deve essere diagnosticato precocemente così da poter intervenire in modo appropriato. Perché questa depressione non va considerata una reazione “normale” per il fatto di aver subito un danno alla autonomia personale. E’ una patologia in sé.

 

LA PREVENZIONE E LE CURE

Come prevenire e trattare la depressione post ictus? L’ideale è avere ben presenti i fattori di rischio così da identificare precocemente la comparsa di Psd. Il trattamento consiste in una terapia farmacologica con approcci integrati psico-sociali che prevedano sempre il coinvolgimento della o delle persone che si occupano del paziente. La terapia per la depressione post ictus è in grado di migliorare, oltre ai sintomi depressivi, anche il recupero funzionale. Il che sottolinea l’importanza di un precoce trattamento della depressione stessa.  Aggiunge Andrea Vianello, presidente di A.l.i.ce Italia Odv, Associazione per la lotta all’ictus cerebrale: «Sicuramente il dopo ictus è una fase delicata, durante la quale è necessario prendere consapevolezza del cambiamento avvenuto e attivare quelle risposte comportamentali necessarie per ottenere il recupero funzionale e per ricominciare a pensare alle prospettive di vita futura».  

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