Sviluppato da alcuni ricercatori americani il programma, attraverso l’analisi delle espressioni facciali, permette di stabilire se si prova male
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Tempi duri per chi mente fingendo di provare dolore. Un software vi smaschererà. A progettarlo e realizzarlo un gruppo di ricercatori statunitensi della University of California di San Diego.
I dati lasciano poco spazio alle interpretazioni: grazie alle analisi delle contrazioni muscolari a livello del volto il computer è in grado di stabilire con accuratezza se il paziente sta mentendo o meno. Una tecnologia, ora in fase di sviluppo, che a breve potrebbe entrare nella pratica clinica anche per valutare il dolore in quelle persone che non sono in grado di comunicare.
IL DOLORE
Tecnicamente per dolore si intende un’esperienza soggettiva ed individuale. Questo rende ragione delle difficoltà che si incontrano nella definizione di metodiche di valutazione efficaci. La letteratura pone diverse proposte: autovalutazione, parametri fisiologici, comportamentali e strumentali. Una metodologia valida in assoluto però non esiste. I diversi metodi vengono attualmente declinati in rapporto al tipo di dolore, alle condizioni cliniche del paziente, all’età e alle possibilità di collaborazione. Ecco perché, di fronte a questo problema, molti ricercatori stanno tendando di sviluppare un metodo univoco di valutazione.
LO STUDIO
Uno di questi metodi è CERT (computer expression recognition toolbox). In un recente studio pubblicato dalla rivista Current Biology è stato dimostrato che il software in questione è in grado di valutare, meglio dell’occhio esperto di un medico, se la persona sta fingendo o meno. Per arrivare al curioso risultato i ricercatori hanno sottoposto alcuni individui al classico test che prevede l’immersione di una mano in acqua ghiacciata per provare una sensazione di dolore. Agli stessi soggetti è stato chiesto inoltre, dopo aver immerso la mano invece in acqua tiepida, di fingere un dolore pari a quello provato con acqua gelata. Dopo aver registrato le immagini gli scienziati hanno deciso di far visionare il test sia a medici sia al software. Dai risultati è emersa chiaramente la maggior capacità, da parte del computer, di discriminare il vero dolore dal falso.
IL FUTURO
Un successo, quello di CERT, che si fonda sull’analisi di alcuni parametri che sfuggono all’occhio umano. Il computer è infatti in grado di rilevare la velocità e la durata delle contrazioni muscolari Un esempio? Quando la persona prova dolore realmente il tempo in cui la bocca rimane aperta varia da soggetto a soggetto. In caso di finzione invece il tempo con cui la bocca si apre e chiude sembrerebbe costante. I risultati ottenuti attraverso CERT aprono ora interessanti prospettive per la valutazione del dolore. Gli autori dello studio sono già al lavoro nel tentativo di utilizzare il software in quelle persone, come ad esempio i bambini, non in grado di comunicare.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.