Il 25 per cento delle giornate di lavoro perse nel mondo sono per depressione. Il dato reso noto nella Giornata mondiale della Salute mentale
Salute mentale e lavoro. Questo il tema scelto dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per la Giornata mondiale della Salute mentale 2017, il 10 ottobre.
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DEPRESSIONE E LAVORO
Un tema quanto mai scottante per la quantità enorme di sofferenza che i dati dell’Oms rivelano legata a un mondo che dovrebbe essere di realizzazione personale e di stimolo alla socialità e, dall’altro lato, l’inimmaginabile danno che il dolore mentale provoca all’economia. In tutta Europa si è calcolato una perdita dell’1-3 per cento del Pil. In testa la depressione: il 25 per cento delle giornate perse di lavoro sono dovute al “male oscuro”, quando proprio non ce la si fa ad uscir di casa e ad affrontare i propri impegni in ufficio o in fabbrica. Un dato da sommare al 25-50 per cento di calo della produttività delle persone depresse che pure si recano al lavoro.
DEPRESSIONE MALATTIA INVALIDANTE
«La depressione è la prima causa di giornate perse tra tutte le patologie», commenta il professor Bernardo Carpiniello dell’Università di Cagliari, attuale Presidente della Società italiana di Psichiatria. «Oggi risulta anche essere la seconda malattia invalidante nel mondo, ma nel 2030 sarà nel gradino più alto di questo non invidiabile podio». Osservare i disturbi mentali nell’ambiente di lavoro è quanto mai appropriato e urgente in un tempo in cui il lavoro stesso è «malato». La precarietà di tanti impieghi, assieme alla completa assenza di un impiego, sono fattori di rischio fortissimo per un disturbo mentale, un pungolo che non dà requie e che, accanto alla depressione, genera ansia, insonnia, irritabilità.
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DONNE E STRESS
Alcuni osservatori, come le Aziende socio-sanitarie territoriali (Asst) della Lombardia sottolineano come questo peso del lavoro sempre più sfuggente, esigente, vessatorio colpisca di più l’equilibrio psichico delle donne che, come disparità di trattamento, non subiscono soltanto quello di minori retribuzioni a parità di mansioni. Dicono le Asst che in Italia su oltre 28 milioni di lavoratori circa 6 milioni, 1 su 5, soffrono di stress da lavoro e che 3 milioni e 200 mila sono le donne lavoratrici con problematiche correlate a stress e disagi psichici. E suggeriscono: «L’ambiente lavorativo va riformulato in una nuova ottica. Un punto di vista che sia finalmente capace di contenere e realizzare appieno il tesoro della diversità tra uomini e donne, invertendo il corso di questa strada finora davvero in salita».
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UN SOSTEGNO DA RITROVARE
Un invito a tornare o creare il lavoro-valore come lo ricorda in quest’occasione l’Oms: «Non solo una fonte di reddito, ma anche il principale fattore di riconoscimento del nostro ruolo sociale, la fonte di una parte significativa dei nostri rapporti interpersonali e un’importante fonte di gratificazione psicologica e di sostegno alla nostra autostima».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.