Risponde Paolo Bonanni, docente di Igiene all’Università di Firenze, esperto di Papillomavirus e di vaccini
Sono la mamma di un ragazzino 13enne: tutte le sue compagne di scuola fanno gratuitamente la vaccinazione contro il Papillomavirus contro il tumore al collo dell’utero. Se è vero che il vaccino protegge anche i maschi da tumori rari e condilomi sessualmente trasmissibili, perché non estenderlo gratuitamente anche ai ragazzi? Volendo, posso comprare il vaccino in farmacia e faro a mio figlio o il prodotto in vendita non è «adatto» ai maschi?
Risponde Paolo Bonanni, docente di Igiene all’Università di Firenze, esperto di Papillomavirus e di vaccini
Diversi studi scientifici lo hanno ormai dimostrato: il vaccino per il papillomavirus (Hpv), offerto gratuitamente dal 2007 in Italia alle adolescenti durante l’11esimo anno di vita perché efficace nella prevenzione dei tumori del collo dell’utero, è uno strumento valido anche per proteggere i giovani maschi contro condilomi o verruche genitali, lesioni precancerose e rare forme di cancro.
Secondo le statistiche disponibili, circa l’uno per cento della popolazione sessualmente attiva soffre di condilomi: una cifra considerevole se si pensa che stiamo palando più o meno di 600mila italiani (fra uomini e donne) e di una malattia che viene sessualmente trasmessa.
I condilomi, infatti, sono verruche causate dall’Hpv e localizzate nelle mucose vaginali, uretrali, anali, sui genitali maschili e sul perineo, che provocano bruciore, dolore, sanguinamento. Si tratta di lesioni che devono assolutamente essere rimosse. Vaccinare anche i giovani maschi porterebbe a una diminuzione della circolazione del virus, con una riduzione delle patologie correlate all’infezione, e contribuirebbe a prevenire molti casi di condilomi. Inoltre potrebbe proteggere i ragazzi anche da altre patologie connesse all’infezione da Hpv, quali il carcinoma del pene (neoplasia relativamente rara nei Paesi occidentali) e i carcinomi anali.
Ad oggi, il Servizio sanitario nazionale ha deciso di immunizzare gratuitamente le bambine 11enni (un’età in cui si suppone non sia ancora iniziata l’attività sessuale e dunque non siano entrate in contatto con il virus) perché è stato dimostrato che l’introduzione del vaccino riduce in pratica del 100 per cento le neoplasie della cervice uterina, il secondo tumore più frequente nelle donne giovani dopo quello della mammella.
Come ogni decisione di sanità pubblica bisogna valutare il rapporto fra il costo e il beneficio e, per ora, la spesa a carico del Ssn connessa all’estensione della vaccinazione ai maschi risulta troppo elevata rispetto ai vantaggi che se ne trarrebbero. Se lo desidera, però, può comunque far vaccinare suo figlio: l’indicazione attuale è per i maschi fino ai 15 anni d’età. Dietro prescrizione del medico di famiglia può acquistarlo in farmacia al costo di 130 euro circa a dose per tre iniezioni, quindi più o meno 400 euro in tutto (alcune Regioni si sono anche organizzate con un «prezzo sociale»).
Cancro della cervice: l'importanza del vaccino.
Intervista al Nobel Zur Hausen