Essere al fianco di una persona malata di cancro determina l'alternanza di momenti di serenità e di sconforto. Stanchezza e disturbi del sonno spesso presenti tra i caregiver
Il carico fisico, psicologico e sociale derivante dal prendersi cura di una persona con cancro è molto pesante. Il cancro è una malattia che si protrae per lunghi periodi di tempo in cui una persona malata può attraversare fasi diverse, ciascuna con bisogni specifici. A fasi di piena autonomia, si possono alternare momenti che richiedono la presenza di qualcuno sulle 24 ore. A momenti di serenità e speranza possono alternarsi momenti di sconforto.
Tutto ciò ha effetti diretti sulla persona che si prende cura del malato, rendendo in molti casi l’attività di caregiving un’esperienza totalizzante in grado di ripercuotersi in modo determinante sulla vita di chi la svolge. Gli effetti sul fisico dei caregiver dipendono molto dai bisogni della persona malata, dalla fase della malattia, dall’intensità dei sintomi, dal livello di autonomia. Ciò che però si riscontra quasi sempre nei caregiver sono disturbi del sonno e l’accumulo di stanchezza.
L’impossibilità di prendersi cura di se stessi, poi, spesso ha effetti diretti sulla salute e sulla qualità della vita di chi assiste e può ripercuotersi sulle relazioni sociali, finendo per indurre una condizione di isolamento sociale. Infine, pesante è l’impatto psicologico della malattia su chi è legato da affetto al malato. Per questo sono stati riscontrati nei caregiver livelli di disagio psicologico analoghi a quelli del malato.
Il caregiving, tuttavia, può avere anche effetti positivi. Oltre a rafforzare il legame con la persona malata, prendersi cura di qualcuno può aumentare l’autostima, favorire la crescita personale, determinare un senso di soddisfazione derivante dall’assolvimento di un compito ritenuto positivo.