Risponde Benedetto Toso, docente di posturologia ed attività motoria preventiva e compensativa, Università Cattolica di Milano
È vero che per il materasso fa bene alla schiena se è ortopedico?
Annarita F, Sassuolo
Risponde: Benedetto Toso (nella foto), Professore di Posturologia ed attività motoria preventiva e compensativa, Università Cattolica di Milano
Era convinzione del passato che dormire su di un letto duro, con un materasso che lo era altrettanto e anche senza cuscino, facesse guadagnare in salute, specie nella prevenzione dei dolori dorsali. Tanto che, solo fino a pochi anni fa, erano molto diffusi materassi super rigidi, definiti ortopedici per questa caratteristica. Coloro che, lusingati dal termine con cui impropriamente veniva e viene ancora definita questa tipologia di materasso lo acquistavano, sdraiandosi sperimentavano però una sensazione molto spiacevole, di scarso confort. Tanto più percepibile se il materasso veniva adagiato su assi di legno molto rigide montate su una intelaiatura metallica. Una sensazione a ragion veduta, perché il materasso duro, quando si è coricati in posizione supina, provoca una eccessiva pressione sui talloni, polpacci, glutei, dorso, nuca e gomiti che invita a cambiare spesso posizione a causa del flusso della a circolazione che risulta ostacolato.
Per offrire ed ottenere i migliori risultati a livello dorsale dal materasso, questo deve accordarsi perfettamente al telaio che lo sostiene, ma soprattutto occorre che si adatti alle curve fisiologiche per opporre ai rilievi del corpo la giusta controspinta. Svolgono questa funzione i materassi in lattice o in schiuma viscoelastica, per esempio, con uno spessore limitato tra i 15 e i 18 centimetri, i quali hanno la capacità non solo di aderire bene al telaio costituito da doghe flessibili ma soprattutto di avvolgere completamente il corpo. Il quale riceverà in ogni sua parte sostegno e la giusta spinta uguale al proprio peso: vale a dire che la pressione è distribuita equamente su tutta la superficie corporea, senza che vi siano zone in cui essa è maggiore rispetto ad altre.
Bisogna poi rivalutare la funzione del cuscino che è molto importante. Costituisce infatti il supporto della parte più delicata della colonna vertebrale, ovvero la regione cervicale, la quale deve sostenere le vertebre cervicali mantenendo la fisiologica lordosi. L’altezza del cuscino deve pertanto essere adeguata alle caratteristiche della colonna della persona che lo adopererà: chi ha una colonna ben mobile, senza alterazione delle curve fisiologiche, può fare anche a meno o tenere un cuscino molto basso, ma in caso di cifosi (dorso curvo) rigida o un po’ accentuata, è bene usarne uno più alto per evitare che, in posizione supina, la testa cada all’indietro accentuando la lordosi cervicale. Come capire se il cuscino ha il giusto spessore? Il criterio di valutazione è seguire la verticalità dello sguardo: ovvero trovandosi in posizione distesa e rilassata con la testa in linea sul prolungamento del rachide, gli occhi devono guardare avanti, verso il soffitto. Appare evidente che il cuscino definito anatomico, per essere veramente tale, deve avere diverse misure, in modo che ognuno possa scegliere la giusta altezza per le caratteristiche della propria colonna.