La cannabis terapeutica è una cannabis prodotta per un uso medico, rispettando il tradizionale iter di approvazione di un farmaco Questo la differenzia dalla cannabis reperibile sul mercato a uso ricreativo
C'è chi la usa per liberarsi del dolore cronico, chi per combattere l’epilessia e chi per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia.
La cannabis ormai viene impiegata in decine di malattie, specialmente quelle neurodegenerative.
Il valore terapeutico della pianta sembra collegato al modo in cui funziona il nostro cervello.
L’organismo umano possiede già un sistema endocannabinoide, costituito da recettori che regolano lo stato psicologico e il sistema immunitario.
Quando questi recettori rimangono chiusi per un malfunzionamento, si possono usare i cannabinoidi delle piante come lubrificante per regolare i segnali nervosi e restaurare l’equilibrio distorto dalla malattia.
I prodotti a base di cannabis si dividono in base alla varietà di pianta utilizzata e alla concentrazione di due principi attivi: il tetraidrocannabinolo (Thc) e il cannabidiolo (Cbd).
La videointervista a Vittorio Andrea Guardamagna, direttore dell'unità di cure palliative e terapia del dolore dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi.