La prevenzione cardiovascolare è una storia di successo, di cui l’aspirina è stata protagonista. Ma è giusto utilizzarla anche per la prevenzione primaria?
L’aspirina è molto più che un farmaco. Come per tutti i farmaci, tuttavia, è necessario valutare con attenzione il rapporto tra rischi e benefici. Mentre nel caso della prevenzione secondaria di eventi cardio e cerebrovascolari (infarto del miocardio e ictus cerebrale) il ruolo protettivo dell’aspirina e la sua supremazia sul rischio di sanguinamenti è indiscusso, gli studi clinici non hanno ancora dato un verdetto definitivo sull’opportunità di usare l’aspirina nella prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari.
In attesa che tutti questi punti vengano chiariti, nella pratica clinica di tutti i
giorni, il medico si trova a dover dover decidere se trattare o meno i suoi pazienti con l’aspirina, anche in prevenzione primaria, in assenza di qualunque linea guida o raccomandazione. Come comportarsi in questi casi? La risposta è di Gianfranco Parati, direttore del dipartimento di scienze mediche e riabilitative a indirizzo cardio-neuro-metabolico dell'Irccs Ospedale San Luca-Istituto Auxologico Italiano di Milano.