Oriella Venezia, ricercatrice sostenuta dalla Delegazione di Palermo, sta realizzando un progetto di educazione alimentare sul territorio per insegnare agli adolescenti come alimentarsi correttamente e restare in salute
Una giusta ed equa disponibilità di cibo è ormai un’emergenza planetaria: metà del mondo soffre di malnutrizione e l’altra metà muore a causa di malattie collegate a un eccesso di cibo e a errate abitudini alimentari. Proprio di questi temi si occuperà la decima edizione di The Future of Science: the eradication of hunger, la conferenza mondiale organizzata a Venezia ogni anno da Fondazione Veronesi, che avrà luogo fra pochi giorni.
Un mondo senza ingiustizie alimentari è possibile, ma occorre un cambiamento di cultura e di mentalità. La divulgazione della ricerca in ambito nutrizionale è dunque fondamentale per attuare politiche di prevenzione efficaci a livello globale.
È necessaria anche una nuova consapevolezza in tema di alimentazione e salute soprattutto a partire dalle nuove generazioni perché, si sa, le buone abitudini, anche alimentari, si imparano da piccoli. E’ quello che sta facendo Oriella Venezia, una giovane ricercatrice di 31 anni sostenuta da Fondazione Veronesi.
GAVETTA NELLA RICERCA
Oriella ha studiato Biotecnologie nella sua città natale, Palermo, per poi specializzarsi in Biotecnologie Mediche all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Dopo la laurea, Oriella ha approfondito lo studio dell’alimentazione frequentando un Master universitario di secondo livello in Nutrizione Umana all’Università Pavia.
Oriella ha lavorato nella ricerca scientifica per alcuni anni: durante la tesi triennale si è occupata di leucemia, ha trascorso alcuni mesi a Monaco di Baviera dove ha studiato in vitro le metastasi di tumore al polmone e poi si è trasferita a Milano presso l’Istituto Europeo di Oncologia, nel laboratorio diretto dal Professor Pier Giuseppe Pelicci: lì Oriella ha studiato le vie biochimiche e metaboliche collegate all’invecchiamento, dove ha incominciato ad approfondire il rapporto tra salute e alimentazione. Ormai è sempre più chiaro, infatti, che un’alimentazione ipocalorica e povera di cibi di origine animale favorisce la longevità e abbassa il rischio di contrarre gravi malattie come i tumori, le malattie cardiovascolari e il diabete.
NUTRIGENOMICA E ONCOLOGIA
Durante il Master, Oriella ha lavorato, sempre nell’ istituto oncologico milanese, nel programma SmartFood in Scienze della Nutrizione e comunicazione, sotto la supervisione della dottoressa Lucilla Titta, dove si è occupata di nutrigenomica, la scienza che studia gli effetti delle molecole degli alimenti sui nostri geni, e quindi sulla nostra salute.
Oggetti di studio in particolare sono le antocianine, i pigmenti vegetali che conferiscono il colore rosso e blu-viola a frutta e verdura, molto abbondanti nelle arance rosse. «L’obiettivo era studiare un intervento alimentare che aiutasse a ridurre l’ipercolesterolemia, il principale effetto collaterale nelle pazienti affette da tumore al seno in terapia ormonale» spiega Oriella. Diversi studi precedenti avevano infatti mostrato che il consumo quotidiano di succo di arancia aiutava a tenere sotto controllo il metabolismo dei grassi.
«Lo scopo è verificare se il consumo di mezzo litro di succo di arance rosse al giorno possa aiutare le pazienti a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo» continua Oriella. «Lo studio è tutt’ora in corso e si concluderà alla fine di quest’anno. Io mi sono occupata di realizzare il materiale informativo e di comunicazione sull’alimentazione da fornire alle donne coinvolte nello studio».
EDUCAZIONE ALIMENTARE IN SICILIA
Dopo l’esperienza lombarda, molto positiva, Oriella ha sentito l’esigenza di tornare nella sua terra, la Sicilia. «A Palermo era appena stata istituita la Delegazione di Fondazione Veronesi, con cui ho iniziato a collaborare inizialmente come volontaria, svolgendo attività di divulgazione sui temi della corretta alimentazione».
Successivamente, Oriella vince una borsa di ricerca istituita proprio dalla Delegazione di Palermo per un progetto da lei stessa ideato: Cibo e salute: un progetto di educazione alimentare nelle scuola secondarie di primo grado in Sicilia
«Il progetto si propone di realizzare un programma di educazione alimentare in scuole secondarie di primo grado della regione Sicilia» spiega Oriella. Dall’indagine ministeriale Health Behaviour in School-aged Children è emerso infatti che in Sicilia il 23% dei ragazzi di 13 anni e il 26% dei ragazzi di 11 anni sono in sovrappeso, a causa di pessima abitudini alimentari: saltare la colazione, niente frutta e verdura, troppi dolci e bevande gassate.
«Questo espone i ragazzi a un maggiore rischio di diabete, obesità e malattie cardiovascolari quando saranno adulti» conclude Oriella. Promuovere la conoscenza e la consapevolezza sui benefici di una corretta alimentazione significa, di conseguenza, migliorare le proprie abitudini alimentari e quindi la propria salute futura. La scuola è il luogo ideale per interventi di educazione alla salute soprattutto in una fase critica della crescita come la pre-adolescenza.
«Il percorso didattico prevede 7 incontri per classe durante i quali vengono svolte una serie di attività pratiche: imparare a leggere le etichette degli alimenti, prepararsi uno spuntino salutare, e prendere confidenza con le molecole presenti nei cibi attraverso semplici esperimenti» spiega Oriella
Ai bambini viene anche chiesto di compilare per 3 giorni, con l’aiuto dei genitori, il proprio diario alimentare dove annotare scrupolosamente cosa e quanto mangiano, anche fuori pasto «I dati che emergono sono in linea con le preoccupazione degli esperti» spiega Oriella.
Infine, ai bambini vengono misurati peso, altezza, circonferenza vita e calcolato l’indice di massa corporea all’inizio e alla fine del percorso didattico. Finora, Oriella ha coinvolto oltre 800 ragazzi in 5 scuole di Palermo e provincia e l’analisi dei dati, tutt’ora in corso, fornirà una misurazione dell’efficacia di un programma strutturato di educazione alimentare nel migliorare le abitudini alimentari nei giovani.
E IN FUTURO? «Mi piacerebbe continuare a occuparmi di scienza, ma con una prospettiva sociale e globale. Non escludo prima o poi di frequentare un MBA, un master di economia applicata alla salute e allo sviluppo scientifico», continua Oriella.
Queste nuove “professionalità cerniera” tra mondo della ricerca in senso stretto, fatto di provette, microscopi e laboratori, e società civile stanno assumendo un ruolo sempre più importante e necessario nella società moderna. L’impresa scientifica infatti non è più solo relegata nei laboratori, ma è sempre più globale e richiede competenze provenienti da diversi campi.
Sicuramente Oriella continuerà a lavorare nel mondo della scienza «Per me la ricerca scientifica è punto di partenza e motore propulsivo del benessere della collettività».
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Chiara Segré
Chiara Segré è biologa e dottore di ricerca in oncologia molecolare, con un master in giornalismo e comunicazione della scienza. Ha lavorato otto anni nella ricerca sul cancro e dal 2010 si occupa di divulgazione scientifica. Attualmente è Responsabile della Supervisione Scientifica della Fondazione Umberto Veronesi, oltre che scrittrice di libri per bambini e ragazzi.