E’ la suggestiva ipotesi di un genetista canadese secondo cui nel tempo questa preferenza ha provocato mutazioni genetiche che hanno nuociuto alla fertilità
E’ la suggestiva ipotesi di un genetista canadese secondo cui nel tempo questa preferenza ha provocato mutazioni genetiche che hanno nuociuto alla fertilità
Le donne vanno in menopausa perché gli uomini preferiscono le giovani. La singolare teoria, pubblicata su PLOS Computational Biology, è stata avanzata in uno studio canadese coordinato dal genetista di origine indiana Rama Singh, professore all’Università McMaster.
TEORIA DELLA NONNA - Il genetista è partito dalla confutazione di una precedente ipotesi, battezzata “teoria della nonna”, secondo la quale le donne vanno in menopausa per divenire disponibili a fare le nonne, dando un grande aiuto nell’allevamento della prole dei figli. Afferma il professor Singh: “Niente vero. In realtà le donne potrebbero riprodursi per tutta la vita, proprio come gli uomini. Ma il vivaio di uomini disponibili tende a rarefarsi man mano che esse invecchiano, perché molti uomini loro coetanei cercano di far coppia con donne più giovani.” Lo studio canadese, che si appoggia su modelli informatici, suggerisce che la preferenza degli uomini per le partner più giovani ha condotto via via a un’accumulazione di mutazioni genetiche, che ha nuociuto alla fertilità e ha innescato la menopausa, fenomeno che secondo Singh è essenzialmente umano.
CONTROVERSIA DI SPECIALISTI - Come si può ben immaginare, si è aperta una controversia tra specialisti. A partire dall’affermazione che la menopausa riguarda essenzialmente la razza umana. Il professor Steven Goldstein, docente di ostetricia e ginecologia alla scuola di medicina dell’Università di New York, ha fatto rilevare che anche le femmine di scimmia vanno incontro alla menopausa, pur se la loro speranza di vita è, dopo questo evento, estremamente ridotta: “ Fu la stessa cosa tra noi umani, circa fino alla metà dell’Ottocento. Nel 1850, l’età media dell’entrata in menopausa era di 46 anni, e la speranza di vita era di 50 anni, il che si avvicina alle stime che si fanno per gli scimpanzé e i gorilla.” Secondo Goldstein, il punto di vista va radicalmente cambiato. Non ha a che fare con i comportamenti dei maschi della specie umana, ma con i progressi della scienza: “Tra i primati, la cessazione delle capacità riproduttive è sempre arrivata poco prima della fine della vita. Proprio i progressi della società moderna fanno ormai vivere le donne più a lungo.”
Antonella Cremonese