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Ginecologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 18-11-2015

Dispareunia e menopausa, quando il sesso diventa doloroso



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Una donna su quattro passata l'età fertile avverte dolore durante un rapporto col partner. La risposta è nella terapia ormonale locale (non sempre efficace)

Dispareunia e menopausa, quando il sesso diventa doloroso

Ciò che fino a un certo punto della vita è stato motivo di piacere, da una certa età in avanti può diventare causa di dolore e compromettere l’intesa con il proprio partner sotto le lenzuola. Dopo la menopausa, non sono poche le donne a lamentare dolore durante un rapporto sessuale. La condizione ha una specifica etichetta - dispareunia - e, stando a una ricerca pubblicata nel 2013 sul Journal of Sexual Medicine, riguarderebbe il 44% delle donne che hanno superato l’età fertile. Ma più che il singolo dato, fa riflettere che si tratti di una tematica poco dibattuta. 


Se gli italiani ne sanno ancora poco in materia di sesso
 

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UN SOLO DISTURBO E TANTE POSSIBILI CAUSE

Le statistiche oscillano, se in un altro lavoro pubblicato dieci anni prima sullo Scandinavian Journal of Public Health il problema riguardava meno del dieci per cento delle donne di età compresa tra 50 e 60 anni. In Italia, come riferisce Antonio Lanzone, direttore dell'unità operativa di patologia ostetrica del policlinico Gemelli di Roma, «la dispareunia si riconosce in una donna in menopausa su quattro». Numeri a parte, si tratta di una condizione «caratterizzata dal dolore che la donna avverte nell’area della vagina o pelvica durante il rapporto, ma anche da prurito e bruciore in qualsiasi altro momento». Inevitabile è l'impatto sulla qualità della vita: della donna, ma pure del suo partner. Durante la menopausa il problema è causato da un deficit di estrogeni e da un conseguente scarso nutrimento dell'epitelio vaginale, che diventa così sottile e anche più "attaccabile" da parte di agenti patogeni. Ma ci sono anche altre condizioni organiche che possono portare la donna ad avere dolore durante il rapporto sessuale: la più diffusa è l'endometriosi, seguita dal varicocele pelvico femminile, determinato dalla dilatazione delle vene che circondano le ovaie.

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NUOVE ESIGENZE PER LE DONNE

Irritazione, bruciore, prurito, infiammazione e dolore durante i rapporti sessuali sono segnalati con maggiore frequenza rispetto al passato dalle donne, che di fronte all'allungamento della vita media desiderano anche prolungare il periodo di attività sessuale. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society, più della metà delle 1.235 donne (60-89 anni) intervistate aveva avuto un'attività sessuale nei sei mesi precedenti. Motivo per cui la richiesta di superare la dispareunia è crescente, sebbene «più del cinquanta per cento dei medici non chieda nemmeno se esista il problema e, quand’anche la donna ne parli, la risposta terapeutica è soddisfacente solo nel 14% dei casi», aggiunge Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica dell'ospedale San Raffaele di Milano. 


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COME INTERVENIRE?

Una volta esclusa la presenza di una condizione organica (endometriosi, varicocele pelvico o episiotomia) trattabile in sala operatoria, il dolore può essere alleviato dalla terapia ormonale locale: con una pomata da applicare nella vagina due volte alla settimana. In alternativa si può ricorrere alla laserterapia (favorisce la crescita dell'epitelio vaginale) o ai lubrificanti che la donna può applicare prima di avere un rapporto con il proprio partner. In entrambi i casi, chiosa Lanzone, «non ci sono controindicazioni, anche se erroneamente la terapia locale estrogenica viene associata alle stesse controindicazioni della terapia ormonale sostitutiva». Della gamma di possibili trattamenti, da qualche mese fa parte anche un farmaco (ospemifene) da assumere per via orale, in alternativa agli estrogeni locali. Il lieto fine, però, non è comunque sempre assicurato, sopratutto nelle donne che hanno affrontato infezioni, ascessi pelvici (a seguito dell'uso della spirale) o che mostrano aderenze tra i tessuti come retaggio di precedenti interventi chirurgici. 

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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