Influencer bocciati? Uno studio rileva che i messaggi sulla contraccezione che circolano su Youtube espongono ad un maggiore rischio gravidanza. Tutto da buttare? No, bisogna saper selezionare
Uno studio dal titolo “What Do Social Media Influencers Say About Birth Control? A Content Analysis of YouTube Vlogs About Birth Control” (“Che cosa dicono gli Influencer dei social sul controllo delle nascite. Un’analisi del contenuto dei video di YouTube), pubblicato dalla rivista Health Communication dai ricercatori del Dipartimento di Comunicazione dell’Università di Delaware (USA), ha analizzato il contenuto di 50 video pubblicati da influencer circa esperienze condivise riguardanti la contraccezione e la salute sessuale. Risultato? I messaggi diffusi si sono rivelati scorretti a tal punto di aumentare il rischio di gravidanze indesiderate.
INFLUENCER, ADOLESCENTI E SESSO
Già ricerche precedenti avevano messo in evidenza gli effetti persuasivi e l’impatto sullo stile di vita e le credenze degli adolescenti riguardo il sesso. Chi veicola le informazioni sui social sono gli influencer, ossia micro celebrità semi professionali che, su piattaforme di social media come, ad esempio, YouTube, spesso sponsorizzate da marchi per promuovere determinati prodotti, diffondono messaggi e consigli, talvolta scorretti. I social costituiscono, come noto, una fonte importante per i giovani che li usano quotidianamente e, dunque, anche per conoscere il sesso e gli argomenti che ci ruotano intono, a cominciare appunto, dalla contraccezione. Gli influencer assumono così spesso il ruolo di guide e veri e propri “guru” in ambiti estremamente specialistici e delicati, come quello della salute in genere e quello della contraccezione, nello specifico, con tutti i rischi del caso.
CONTENUTI POCO AFFIDABILI
I video sono stati attentamente analizzati dai ricercatori per determinare l'atteggiamento degli influencer nei confronti del controllo delle nascite attraverso l’utilizzo di contraccettivi come la pillola o il profilattico, app per il monitoraggio della fertilità e l’utilizzo di metodi naturali. I risultati hanno mostrato che la maggior parte degli influencer dichiarava di aver interrotto l’utilizzo di mezzi ormonali (pillola, cerotto, iniezioni, impianti) per prevenire gravidanze indesiderate con un’interruzione del 74% (tra chi affermava di averlo già interrotto o pianificato di interromperlo), a fronte di un 92% che affermava di aver usato o di utilizzare al momento metodi ormonali. Le ragioni principali per cui gli influencer hanno dichiarato il loro desiderio di interruzione era il ricorso a metodi più naturali con lo scopo di migliorare la propria salute mentale. Tuttavia, secondo i ricercatori, la connessione tra depressione e controllo delle nascite attraverso gli ormoni non è ancora chiara. Circa il 40% degli influencer ha affermato di utilizzare o di aver utilizzato in passato metodi non ormonali, a vantaggio, soprattutto, di App di monitoraggio del ciclo e calendario dell’ovulazione.
«La popolarità di queste App della fertilità è però preoccupante» sottolinea l'autrice principale del studio, Emily Pfender. Il monitoraggio del ciclo mestruale potrebbe, infatti, non essere efficace nel prevenire gravidanze indesiderate. «Per utilizzare il metodo di monitoraggio del ciclo in maniera corretta -prosegue- le donne dovrebbero misurare la temperatura corporea basale e la viscosità del fluido cervicale alla stessa ora ogni giorno, tenere traccia della durata del ciclo per calcolare la loro finestra fertile e astenersi dal fare sesso in giorni specifici del loro ciclo». Inoltre, pochi degli influencer che hanno interrotto un contraccettivo ormonale hanno affermato di essere passati a un metodo alternativo. Solo il 20% aveva iniziato ad utilizzare un contraccettivo non ormonale e il 14% uno ormonale diverso da quello precedente. «Ovvio dunque che l'interruzione del controllo delle nascite attraverso gli ormoni aumenti il rischio di una gravidanza non pianificata. I video degli influencer che scoraggiano l'uso di un'opzione altamente efficace per il controllo delle nascite e non incoraggiano l'utilizzo di altre forme di protezione per prevenire la gravidanza e le infezioni a trasmissione sessuale costituiscono un grave problema di salute pubblica» spiega l'esperta.
LA MORALE: IMPARIAMO A SELEZIONARE LE FONTI
I limiti di questo studio includono la mancanza di informazioni precise su chi sta guardando i video (età, situazioni specifiche di utilizzo, chi li trova più persuasivi e perché,..), ma sicuramente evidenzia il grave rischio connesso all’utilizzo di un mezzo, quello dei social media, che potrebbe avere enormi potenzialità, ma che spesso viene usato in maniera superficiale. Fondamentale dunque:
- far riferimento a fonti autorevoli e accreditate che veicolino informazioni scientifiche validate da esperti veri (medici ginecologi)
- discernere le notizie diffuse online da presunti conoscitori di materie che nulla hanno a anche vedere con il marketing e la promozione di sé
- cercare riferimenti a dati e statistiche vere: il racconto di un’amica che non è rimasta incinta rischiando è solo un caso sporadico che non dimostra nulla. Le esperienze personali non costituiscono la regola e, tantomeno, l’approccio più sensato e corretto.
Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.
Paola Scaccabarozzi
Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.