Tra tutti i decessi causati dalle malattie cardiovascolari, uno su cinque è connesso al fumo. Chi smette, riduce il rischio di malattie dopo circa un anno
Ogni sigaretta fumata accresce il rischio cardiovascolare. I fumatori hanno da due a quattro volte più probabilità di andare incontro a una malattia cardiovascolare rispetto ai non fumatori. Tra tutti i decessi causati dalle malattie cardiovascolari, circa uno su cinque è connesso al fumo.
Il fumo favorisce le malattie cardiovascolari con diversi meccanismi: riduce la quantità di ossigeno che arriva al cuore, aumenta la pressione sanguigna e il battito cardiaco, danneggia la parete interna dei vasi sanguigni, favorisce la vasocostrizione o gli spasmi delle arterie, accresce la probabilità di sviluppare placche ostruttive e trombi nei vasi sanguigni. Tutto ciò aumenta le probabilità di incorrere in un ictus o in un infarto.
Il fumo è da solo sufficiente ad aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, con un effetto che in presenza di altri fattori il rischio aumenta drasticamente. ll fumo aumenta anche il rischio di aneurisma aortico. Si tratta della dilatazione dell’arteria aorta (all’altezza del torace o dell’addome) che può andare incontro a rottura con esiti spesso fatali. Nei fumatori i decessi per la rottura dell’aneurisma sono sei volte più numerosi che tra i non fumatori.
Smettendo di fumare il rischio di malattie cardiovascolari si riduce
dopo circa un anno. Dopo vent'anni si riavvicina a quello di chi non ha mai
fumato, anche se è ancora un po’ superiore.