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Daniele Banfi
pubblicato il 11-05-2022

Quarta dose: necessaria per anziani e persone fragili



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Le tre dosi conferiscono grande protezione ma negli anziani e negli immunocompromessi è possibile ridurre ulteriormente il rischio di ricovero e decesso grazie alla quarta dose. Gli studi su Nature Medicine e New England Journal of Medicine

Quarta dose: necessaria per anziani e persone fragili

La quarta dose è fortemente indicata negli anziani e negli individui immunocompromessi. Grazie ad essa è possibile ridurre ulteriormente il rischio di ricovero e decesso per Covid-19. A testimoniarlo sono due studi pubblicati dalle riviste Nature Medicine e New England Journal of Medicine. Somministrabile a partire da 120 giorni dopo il booster, al momento nel nostro Paese l'adesione è scarsa. Al 9 maggio, per le persone immunocompromesse siamo intorno al 9,5% degli aventi diritto mentre per le persone anziane e fragili a poco meno dell’8%.

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I VACCINI SALVANO LA VITA

Che i vaccini abbiano contribuito a salvare migliaia di vite da Covid-19 non ci sono dubbi. Secondo l'ultimo report dell'Istituto Superiore di Sanità "Infezioni da SARS-CoV-2, ricoveri e decessi associati a Covid-19 direttamente evitati dalla vaccinazione", dal 27 dicembre 2020 al 31 gennaio 2021 i vaccini hanno evitato 108mila decessi tra le persone con più di 80 anni, 28.500 tra i 70 e i 79 anni e 10mila tra i 60 e i 69 anni.  Andando ad analizzare in maniera più approfondita i dati, emerge chiaramente che ad oggi la stragrande maggioranza dei decessi si concentra fra i non vaccinati (circa 330 ogni 100mila persone non vaccinate). Fra i vaccinati con tre dosi il valore è estremamente più basso, circa 38 ogni 100mila.

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IL BENEFICIO DELLA DOSE BOOSTER

Complice lo sviluppo di varianti sempre più contagiose, nei mesi è subito apparsa chiara la necessità di ricevere una dose booster per ripristinare la protezione e per contrastare la variante Omicron. Indicata per qualsiasi fascia di età eccetto quella dei bambini, l'efficacia nell'evitare ricovero e morte varia di molto tra le diverse fasce di età pur rimanendo estremamente elevata. Si passa da 4,8 casi ogni 100mila per i 60-79enni vaccinati con 3 dosi e a 0,4 ogni 100mila per i 40-59enni vaccinati con tre dosi.

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LA QUARTA DOSE FUNZIONA

Ed è proprio di fronte a questa grande differenza tra fasce di età che anche nel nostro Paese si è deciso di offrire la possibilità di sottoporsi ad una quarta dose per gli anziani e le persone in stato di fragilità. In altre nazioni temporalmente più avanti di noi è emerso il chiaro beneficio della somministrazione di una quarta dose. Lo studio pubblicato da Nature Medicine ha dimostrato l'utilizzo della dose aggiuntivam rispetto a chi aveva ricevuto solo la terza, ha ridotto il rischio di ospedalizzazione e decesso rispettivamente del 64% e 78%. Quello pubblicato dal New Wengland Journal of Medicine ha riportato risultati simili: la quarta dose di vaccino ha ridotto, rispetto alla terza, il rischio di ospedalizzazione del 72% e di morte del 76%. 

CHI DEVE VACCINARSI?

Risultati importanti che dimostrano il chiaro beneficio di una quarta dose per per le persone che abbiano compiuto o superato gli 80 anni di età, per gli ospiti delle Rsa e per coloro i quali siano inseriti nelle categorie a rischio e abbiano un'età compresa tra i 60 e i 79 anni. Eppure, nonostante l'evidenza e un virus che circola ancora in maniera elevata, ad oggi meno del 10% degli aventi diritto ha optato per la quarta dose. Quanto alle altre fasce di età una risposta definitiva non c'è ancora ma al momento, seguendo l'evoluzione nel tempo, non ci sono attualmente prove conclusive che la protezione del vaccino contro malattie gravi sia in diminuzione o che vi sia un valore aggiunto di una quarta dose. Oggi, più che pensare alla quarta dose nella popolazione generale, occorre ricordare che oltre un milione di over-50 non ha ricevuto alcuna dose di vaccino. Non solo, nella fascia dei bambini, solo il 34% degli aventi diritto ha completato il ciclo vaccinale con due dosi. La campagna per il ciclo primario non è affatto conclusa. 

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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