La dose booster ripristina la protezione contro malattia grave e decesso. Questo vale anche contro la variante Omicron
Il problema principale di una pandemia, non ci stanchiamo di ripeterlo, è il sovraffollamento del sistema sanitario. Tante persone che si ammalano in un periodo di tempo ristretto mettono fuori gioco la tenuta degli ospedali. Per ridurre al minimo l'impatto di Covid-19 sulle persone -e di conseguenza sulle strutture deputate ad accogliere i casi gravi- abbiamo a disposizione la vaccinazione. E' infatti grazie a questi strumenti che oggi, nonostante una variante molto più contagiosa del virus originario di Wuhan, le probabilità di ricovero e decesso sono estremamente inferiori in chi si è vaccinato rispetto a chi non lo ha fatto. Gli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) lo certificano in maniera insindacabile: su 100 mila abitanti, solo 0,8 persone vaccinate con terza dose finiscono in terapia intenstiva per Covid-19. Nei non vaccinati siamo a 33 per 100 mila abitanti.
PREPARATI CONTRO IL VIRUS
Alla nascita il nostro sistema immunitario deve essere educato a rispondere efficacemente ai potenziali agenti patogeni che ci circondano. Ciò significa che di fronte ad un qualcosa di pericoloso che non abbiamo mai visto il nostro sistema di difesa comincia a rispondere e -terminata l’azione- mette da parte l’informazione per essere nuovamente pronto in caso di altro attacco. Questa “educazione” può avvenire in due modi: attraverso l’incontro con l’agente infettivo -sviluppando dunque la malattia in tutto e per tutto- o attraverso la vaccinazione. Nel caso di Sars-Cov-2, in questi due anni di pandemia, la quota di persone che ha sviluppato un certo grado di immunità al virus è cresciuta a dismisura. In particolare ciò è stato possibile grazie alla vaccinazione di massa.
I DATI ITALIANI
Di fronte ad una popolazione sempre più immunizzata, ovvero in possesso anche parzialmente delle armi per rispondere, l’impatto del virus si è fatto sempre minore. Sono i numeri a testimoniarlo. In questi individui, a seconda del diverso grado di protezione, le probabilità di infezione, ricovero e decesso sono estremamente inferiori rispetto alla persona “vergine” immunologicamente parlando.
Nell'ultimo report dell'ISS l’efficacia del vaccino -intesa come riduzione percentuale del rischio rispetto ai non vaccinati) nel prevenire la diagnosi di infezione è pari al 66% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, del 53% tra i 91 e 120 giorni e del 34,7% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. La percentuale risale al 66,7% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Nella prevenzione dei casi di malattia grave si attesta al 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni e 89% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. Quanto alla dose booster/aggiuntiva l'efficacia è pari al 97,5%.
I VACCINI FUNZIONANO CONTRO OMICRON
Dati schiaccianti, quelli fonriti da ISS, che sono perfettamente in linea con quanto ottenuto in altri stati come Inghilterra e Stati Uniti. Non solo, proprio da queste due nazioni arrivano informazioni preziose sull'efficacia anche contro la variante Omicron, dimostratasi capace di sfuggire maggiormente all'immunità indotta da vaccinazione con due dosi. Con il booster tutto cambia è, come mostrato da tre analisi indipendenti, la dose booster ripristina al 90% di efficacia la protezione dal ricovero. Una ragione in più per effettuare immediatamente la terza dosi nelle persone che non l'hanno ancora ricevuta.
Non fermare la ricerca. Dona ora per i pazienti più fragili.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.