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Daniele Banfi
pubblicato il 26-08-2024

Morire di caldo: in Europa 47 mila decessi nell'estate 2023



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Decessi in calo rispetto al 2022. Italia tra le nazioni più colpite. Politiche e comportamenti personali cominciano ad avere effetti positivi

Morire di caldo: in Europa 47 mila decessi nell'estate 2023

Più di 47 mila. E' questo il numero di decessi attribuiti al caldo nell'anno 2023 in Europa. A certificarlo è uno studio pubblicato da poco su Nature Medicine condotto dall'Istituto di Salute Globale di Barcellona (ISGlobal). Un numero importante ma inferiore rispetto all'anno precedente dove i decessi furono 60 mila.

LE NAZIONI PIÙ COLPITE

Andando ad analizzare i dati, nonostante l’estate del 2023 non abbia presentato anomalie termiche particolarmente estreme come nel 2022, due episodi di calore intenso a metà luglio e fine agosto hanno causato il 57% delle morti stimate pari a oltre 27 mila decessi. Ad essere maggiormete colpiti sono stati i Paesi dell'Europa meridionale. In termini di tasso di mortalità attribuibile al caldo la Grecia ha registrato il numero più alto, con 393 morti per milione di abitanti, seguita da Bulgaria, Italia, Spagna, Cipro e Portogallo. Complessivamente, 47.690 decessi sono stati attribuiti al calore tra maggio e ottobre 2023 nei 35 paesi esaminati. Il nostro Paese purtroppo ha registrato il maggior numero di morti in assoluto, con 12.743 decessi, seguita dalla Spagna e dalla Germania.

LE DISUGUAGLIANZE SOCIALI

Ma il caldo non colpisce tutte le persone allo stesso modo. Lo studio ha continuato a confermare quanto conosciamo da tempo: donne e anziani sono le categorie particolarmente vulnerabili. Il tasso di mortalità legato al calore è stato del 55% più alto nelle donne rispetto agli uomini e le persone con più di 80 anni hanno mostrato una vulnerabilità aumentata del 768% rispetto alla fascia di età tra i 65 e i 79 anni. Dati che riflettono una preoccupante realtà: i più fragili pagano il prezzo più alto del cambiamento climatico.

DATI SOTTOSTIMATI

La fotografia scattata dallo studio potrebbe però essere incompleta. Gli autori dell'analisi hanno messo in guardia la comunità scientifica circa una sottostima dei decessi. La mancanza di dati giornalieri omogenei sulla mortalità ha costretto i ricercatori a utilizzare conteggi settimanali forniti da Eurostat che potrebbero non riflettere integralmente l'impatto del calore. Secondo una stima corretta il numero reale di decessi per il 2023 potrebbe essersi aggirarto intorno alle 58 mila unità. Una sottostima che evidenzia la necessità di migliorare i database di mortalità per consentire una valutazione più precisa degli effetti del cambiamento climatico sulla salute.

QUALCOSA SI MUOVE

C'è però un dato positivo che emerge dallo studio. L'Europa sta gradualmente adattandosi al calore crescente riducendo in modo significativo le vulnerabilità. I ricercatori hanno infatti stimato che senza questi processi di adattamento il bilancio di mortalità del 2023 sarebbe stato superiore dell’80%. Un adattamento che non è avvenuto solo attraverso scelte politiche ma anche grazie a cambiamenti significativi nei comportamenti individuali e collettivi. Tra i cambiamenti comportamentali più rilevanti vi è un aumento della consapevolezza riguardo ai rischi associati alle ondate di calore con una maggiore diffusione di buone pratiche come l’idratazione costante, l’uso di abbigliamento adeguato e l’evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde. Inoltre, l’adozione crescente di sistemi di climatizzazione domestica e la progettazione di edifici più resilienti alle alte temperature hanno contribuito a ridurre la vulnerabilità. 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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